Parlando di retail, tante cose ci appaiano immediatamente visibili in termini di cambiamenti e di nuove tendenze, direi la parte più propriamente hardware dell’intero processo.
Tuttavia, anche la parte più iconica del retailing, quella che ha ispirato, ad esempio, le opere di G. De Chirico, di S. Sprouse e di tanti altri artisti prima e dopo di loro, si sta evolvendo in maniera importante.
Parlo dei “manichini” che dal lontano 1700, in cui sono apparsi per la prima volta come semplici bambole, hanno subito enormi trasformazioni in termini di materiali (in vimini, poi in ferro più pesanti ed ora in materiali leggerissimi, altamente tecnologici) nelle forme (con o senza testa, con parrucche…) e nelle taglie, perseguitati da cure dimagranti drastiche, fino a raggiungere, ai nostri giorni, la soglia della salvezza psicologica rappresentata dalla taglia 40.
Dura la “vita da manichino”: “Strane creature destinate all’immobilità, oggetti senza anima…”, diceva De Chirico, tuttavia possono determinare il successo di una Maison.
L’ultima edizione di Euroshop 2012 (N.Y.), li ha visti trionfare come elementi imprescindibili delle strategie di visual merchandising. Tendenze diverse o meglio segmenti di mercato differenti, ne determinano la reale consistenza: i brand giovani li vogliono naturali, l’Haute Couture predilige figure astratte, ma in entrambi i casi i materiali sono rigorosamente di origine vegetale e riciclabili.
Un’eccezione in questo senso, è rappresentata dall’azienda tedesca MOCH, che oramai da qualche anno, ha cominciato un’opera di paziente recupero, optando per una second life per queste strane creature.
Anche il mondo dei manichini maschili non è rimasto estraneo al processo di cambiamento: niente più Big Jim, o comunque tanti muscoli, quanto piuttosto taglie 48 e in alcuni casi anche 46.
In tutto questo, però, un pizzico di nostalgia rimane verso le “Gaba Girls”, figure in gesso che lo scultore L. Gaba nel 1930 abbandonava in maniera provocatoria in sale da ballo, teatri, ristoranti… figure a dimensione umana, immobili nella loro postura e con lo sguardo fisso nel nulla. Come dimenticare l’iconica Cynthia, creata nel 1932 per i magazzini Saks Fifth Avenue a cui Tiffany e Cartier inviavano le loro migliori creazioni orafe per servizi fotografici? Una misteriosa Signora divenuta in poco tempo una Lady ammirata e ricercata e che scomparve drammaticamente, finendo in mille pezzi, nel 1939, cadendo da una sedia in un salone di bellezza.
Sono stati proprio gli stilisti il peggiore tormento per queste creature: Gil Sander li volle per prima senza testa e, più recentemente, il creatore di manichini R. Pucci ne ha addirittura definito le misure della perfezione: altezza 1,80; 81-56-81; naturalmente parliamo di donne. Con uno sguardo proiettato nel futuro, come cambierà ancora la loro già tormentata esistenza?
*Partner Odgers Berndtson