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Boardroom Talk – The brands never sleep

Marzo 28, 2013 by Redazione Lascia un commento

Boardroom Talk - The brands never sleep

di Floriana CAPITANI*

Chupa Chups, Cicciobello – il bambolotto -, il cubo Brionvega, le caramelle Charms, la bicicletta da passeggio Graziella e via dicendo: brand che hanno segnato la storia del boom economico italiano dagli Anni ’60 in avanti, che hanno vissuto una lenta e progressiva eclissi e poi una seconda giovinezza sotto il segno della riscoperta del vintage della “second life”.

Sopra tutti, c’è poi quel Carosello, piccolo capolavoro della nostra cultura televisiva, che è stato recentemente oggetto di restyling per essere, a breve, riproposto sulle reti Rai.

Possiamo chiamarla nostalgia, ma nella riscoperta di queste icone di un passato che sposava la praticità a un’estetica senza tempo, corre la storia di brand come Vespa o Superga, coinvolta in un fallimento aziendale clamoroso e poi recuperata e rilanciata sul mercato mondiale; come Moka, antesignana della Nespresso e della strategia delle cialde super esclusive.

La storia della Graziella e del bambolotto Cicciobello, dagli occhi azzurri, sintetizzano molto bene  un altro pezzo del Made in Italy.

La prima, nata nel 1964, amata da Brigitte Bardot e Salvator Dalì, creata dal disegno di Rinaldo Donzelli, venne superata nel corso degli anni da bici da cross, chopper e poi mountain bike, per arrivare al definitivo fallimento dell’azienda Carnielli che la produceva.

Rilevato il marchio dalla “Cicli Bottecchia”, il sogno nel cassetto del rilancio su larga scala ha atteso un po’ ma si è avverato: “Graziella is back”, venduta in esclusivi showroom (sessanta già operativi) alla cifra non proprio democratica di circa 699 euro. In fondo si tratta di un concept design…

Cicciobello, su un altro fronte, compie 50 anni, ma proprio non li dimostra. Era la sfida tutta italiana alle Barbie, made in Usa. Nato in terra bergamasca e prodotto dalla Sebino, divenne presto il “giocattolo dell’affetto”. Scompare dai negozi nel 1984 per passare nel ’93, dopo alterne vicende intermedie, alla Giochi Preziosi.

Da allora Cicciobello è divenuto un vero e proprio fenomeno sociale e apprezzato oggetto di moda, trovando spazio tra i lussuosi scaffali di Harrod’s, alla Galeries Lafayette e nella italianissima Rinascente, che gli ha augurato il buon compleanno, durante il Natale scorso, con una fantastica vetrina.

I numeri raccontano un’autentica case history, eccone solo alcuni: dal 2004 ad oggi, ha venduto circa 1,5 milioni di pezzi; nel 2010 in Italia è risultata la bambola più venduta con uno share di mercato del 41%; nel 2008 è top seller in Francia e Regno Unito e recentemente D&G gli ha dedicato una limited edition di T-Shirt.

Il fascino che questi oggetti ancora oggi esercitano nell’immaginario collettivo di tutti noi, è rimasto sostanzialmente intatto: business o semplice nostalgia? Questo il dilemma.

*Former Partner Odgers Berndtson

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