E’ nato prima il vino o il Made in Italy? E’ un po’ come la questione dell’uovo e della gallina. Di certo i due si sono incontrati spesso sulle etichette delle bottiglie con la scritta DOCG così come a qualche evento glamour nel quale, è cosa nota, girovagare su trampoli svettanti con lo stomaco vuoto ed un calice tintinnante “qui solo bollicine Franciacorta” rappresenta un défilé vincente. Ma facciamo un passo indietro.
Mai come negli ultimi anni l’accoppiata arte-moda si è evoluta. Come il popolo delle sfilate e delle riviste patinate ben sa, sono sempre di più i marchi del “system” che si sono resi “Fondazioni” a supporto dell’arte: Fondazione Furla, Fondazione Gucci, Fondazione Prada, Fondazione Trussardi non sono che alcuni dei nomi più griffati.
Eppure, tutto quello non bastava.
Allo sfavillante duo si è aggiunto un terzo in-comodo che ha sviluppato la relazione in un “fashionissimo” trio. Al binomio artisti-fashion designer (gli uni presenti per far parlare di sé, i secondi protagonisti quasi a legittimare alcune loro stranezze contemporanee) si sono uniti anche i Mayri produttori di vini del Belpaese.
D’altronde, il mondo dell’arte e quello dell’architettura sono abituati ad interagire con il settore vitivinicolo. Chi non ha ben stampate nella mente le immagini di cantine-capolavoro, come il “carapace” di Pomodoro o le meraviglie firmate da Stefano Bombardieri, Remo Bianco, Jannis Kounellis, Mimmo Paladino?
A questo punto, però, la domanda sorge spontanea. Cos’hanno in comune arte-moda-vino al di là della piacevolezza di una serata abbandonata all’edonismo puro? “Qualità, impegno, passione ed eccellenza”, ha detto Maurizio Zanella, Presidente del Consorzio Franciacorta, che ha proseguito: “Con l’obiettivo di far conoscere a nuovi estimatori il nostro vino, dallo scorso anno abbiamo stretto legami con partner del Made in Italy (anche con Camera della Moda, N.d.r.), accomunati dagli stessi valori del Franciacorta. […] “La moda e l’arte sono grandi passioni che condivido personalmente con i miei colleghi franciacortini” – ha proseguito – “e, in quanto simboli dell’Italia nel mondo, come il vino, auspico che nel nostro territorio convergano sempre nuovi interessi al fine di valorizzare l’economia e il patrimonio del Belpaese”.
Il risultato? Shakerato e condito con i migliori nomi della creatività contemporanea.
E’ avvenuto la scorsa settimana nella località di Erbusco, dove le cantine del Franciacorta hanno brindato al Furla (marchio felsineo nato nel 1927 da un’idea imprenditoriale della famiglia Furlanetto che ancora oggi ha il suo quartier generale in una magnifica villa del ’700). E’ accaduto per la nona edizione del Premio Furla, “vero e proprio osservatorio sui protagonisti della migliore creatività emergente“, come è stato definito dai suoi organizzatori.
Cinque i finalisti in gara, con le opere esposte all’Ex Ospedale degli Innocenti a Bologna, durante Arte Fiera. Cinque i modi diversi di interpretare il soggetto che ha dato titolo alla collettiva: “Add Fire”, dal nome del lavoro dell’artista e poeta statunitense Jimmie Durham.
Per chi se la fosse persa, però, non c’è da disperare: la collaborazione con Furla proseguirà anche durante la Settimana della Moda di Milano, Milano Moda Donna (dal 20 al 26 February) nel corso gli eventi organizzati dal brand.
E così, ancora una volta, borse, accessori, arte e bollicine faranno da contorno ad una “Week” tutta passerelle e lustrini. Per lo meno le apparenze saranno salve: tutto “decanterà” solo all’insegna del più eccellente Made in Italy.
Paola PERFETTI
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