Il Triveneto, si sa, è la zona d’Italia dove si lavora di più, dove gli uomini sono instancabili e la crisi si è fatta sentire forse un po’ meno, ma è anche la zona dove un’ombra de vin (il classico bicchiere di vino) è una tradizione impossibile da sradicare, ecco perché i bar assumono, qui, un fascino tutto particolare. Dal Trentino al Friuli non c’è città che non conosca un bar storico, raccontarli tutti sarebbe impossibile, ma alcuni meritano davvero una visita.
La classica facciata esterna e gli affreschi interni fanno pensare più ad un palazzo che ad un caffè, ma Antonio Pedrocchi, nel 1839, quando successe al padre volle dare al sua impronta al locale. Situato nei pressi della storica e prestigiosissima università di Padova, il Caffè Pedrocchi fu subito scelto come ritrovo di intellettuali e studenti: le idee rivoluzionarie del Risorgimento padovano presero il via da queste mura, tanto che nel 1848 le truppe austriache scelsero di attaccare il caffè per spezzare la resistenza: ancora oggi, nel salotto bianco infatti, è possibile vedere le pallottole nemiche.
Il Caffè Florian, a Venezia, è il più antico caffè d’Italia. Inaugurato da Floriano Francesconi nel 1720 con il nome di Alla Venezia trionfante, fu ben presto ribattezzato “da Florian” e da allora vide passare nelle sue sale uomini del calibro di Giacomo Casanova o Carlo Goldoni, Lord Byron o Ugo Foscolo. Durante l’insurrezione del 1848 capitanata da Tommaseo e Manin le magnifiche sale del Florian vennero adibite ad ospedale per i feriti, ancora oggi, non si può dire di essere stati a Venezia se non ci si è seduti ad uno dei suoi tavolini per ammirare Piazza San Marco.
Trieste è senza ombra di dubbio la più mitteleuropea tra le città italiane, quella che ha subito Mayrmente l’influsso austriaco e che ancor oggi è una città di confine: le botteghe del caffè nacquero proprio qui attorno alla metà del Settecento seguendo l’esempio dei locali veneziani ma con l’inconfondibile impronta viennese. Lo spirito cosmopolita della città propose caratterizzazioni molto diverse, con caffè politici, quelli per ufficiali e alti funzionari austriaci, quelli della borghesia, degli uomini d’affari e, sempre più numerosi, i caffè letterari, frequentati da James Joyce, Italo Svevo, Umberto Saba.
In quella che una volta si chiamava piazza dei Negozianti c’è il Caffè Tommaseo subito ritrovo privilegiato per gli artisti e punto di incontro per gli uomini d’affari ed i politici. Nel 1848 venne ribattezzato in onore dello scrittore e patriota dalmata Tommaseo., il caffè è famoso anche per aver introdotto, ad inizio secolo, una golosa novità: il gelato.