Belle, bellissime e giovani. Affamate d’amore o semplicemente spinte a quella recherche sentimentale che a 16 anni si divora senza sosta, senza freni. Sono Léa e Adèle, al secolo Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux, le due attrici protagoniste della pellicola che si è aggiudicata la Palma d’Oro al Festival del Cinema di Cannes 2013, ‘La vie d’Adèle’.
Una storia fiume (il film dura oltre 3 ore) che porta la firma del regista tunisino Abdellatif Kechiche, con all’attivo un Leone d’oro per la sua opera prima ‘Tutta colpa di Voltaire’ (nel 2000) e molto apprezzato per il film ‘Cous Cous’. Blue is the warmest colour (questo il titolo internazionale scelto per la pellicola) racconta la passione fuori dagli schemi fra una 16enne alla scoperta dell’amore e un’artista più adulta e disinibita che porta i capelli blu, interpretata dalla Seydoux.
Ad aggiudicarsi il Grand Prix della giura è stata invece l’avventura musicale dei fratelli Coen, ‘Inside Llewyn Davis’, protagonisti Carey Mulligan (in versione dark) e Justine Timberlake. Premio per la miglior regia a sorpresa al messicano Amat Escalante per il suo ‘Heli’, un ritratto a tinte forte della vita di due fratelli messicani, Heli e Estela, sullo sfondo della violenza dei narcotrafficanti in un paese dove crudeltà e normalità viaggiano fianco e fianco. E’ il tema della paternità al centro della pellicola che si è aggiudicata il Premio speciale della Giuria ‘Soshite chichi ni naru’ (Like Father, Like Son) del regista giapponese Hirokazu Kore-Eda, che racconta la difficoltà di accettare l’amore per un figlio che si scopre essere stato scambiato in culla appena nato.
Dopo l’ascesa hollywoodiana con ‘The Artist’, Bérénice Bejo conferma la sua bravura anche in ruoli fortemente in controluce come quello di Maria, che gli è valso il premio come Miglior Attrice per la pellicola ‘Le Passé’ dell’iraniano Asghar Farhadi. Suo contraltare maschile Bruce Dem, premiato per ‘Nebraska’ di Alexander Payne.
E se la grande bellezza italiana non ha convinto i giurati d’oltreoceano, Spielberg in prima fila, c’è il nome di un italiano tra quelli premiati ieri sera al Palais du Festival: è quello di Adriano Valerio che con il suo cortometraggio ‘37° 4 S’ si è aggiudicato una menzione speciale della giuria. Una laurea in legge alla Statale di Milano e studi di cinema con Marco Bellocchio, Adriano vive e lavora tra Berlino e Parigi, dove ha studiato all’Ecole Internationale de Creation audiovisuelle et de realisation. Insomma, cervelli in fuga anche da Cannes…
Alessia Casiraghi
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