Le aste internazionali di vini sono momenti nei quali si incontrano esclusività, passione e un sacco di soldi. E sono momenti nei quali i vini italiani, di solito, stracciano la concorrenza. Secondo una ricerca commissionata da Ornellaia a Sotheby’s e Liv-Ex, la borsa internazionale del vino con sede a Londra che monitora le performance e i prezzi di oltre 1000 vini nel mondo, Ornellaia è un investimento più sicuro di beni rifugio quali oro o petrolio. Le sue quotazioni medie sono raddoppiate dal 2007 a oggi. Nello stesso periodo, Ornellaia performa meglio della media dei migliori 100 vini al mondo.
Grazie all’eccellenza di questo e di altri vini come Masseto, Sassicaia, Solaia e Tignanello, l’Italia ha recuperato quote di mercato (in valore) nei confronti soprattutto della Francia, passando da circa 1% nel 2007 a oltre il 6% nel December 2013 della cifra totale di valore del “Fine Wine”.
Il primato rimane ai francesi con Chateau Lafite e Mouton Rothschild, ma tra il 2007 e il 2013 Ornellaia ha, da solo, segnato una performance in percentuale superiore alla media dei migliori 10 vini francesi. Con un punteggio di 0.11, pari allo scostamento medio annuo dai prezzi medi di battitura, la volatilità di Ornellaia è tra le più basse al mondo, più solida di tutti i principali “beni rifugio”, quali oro o petrolio e dei principali indici come S&P 500 e FTSE 100.
Secondo Sotheby’s i vini d’eccellenza sono sempre più apprezzati dai collezionisti di tutto il mondo. Tra il 2010 e il 2011 è soprattutto la piazza di Hong Kong ad aver segnato un record di battiture con un picco di oltre 50 milioni di dollari di vini venduti, raddoppiando in valore su piazze come Londra e New York ferme rispettivamente a 15 e 20 milioni. Nel 2012, però, si è assistito ad un ridimensionamento di questo fenomeno e ad un ritorno del collezionismo incentrato su Londra e sulla Grande Mela, anche a volte con interesse di collezionisti cinesi.
In termini di lotti, i vini italiani rappresentano la terza più importante categoria, dopo quella francese dei vini di Bordeaux e di Borgogna, storicamente i più numerosi in tutte le aste internazionali. Anche se è storia recente, che parte dal 2007, i vini italiani d’eccellenza sono un investimento “sicuro” e stanno costruendo frutti anche in tempi di crisi; facendo ben sperare per il futuro di un comparto che è una delle migliori eccellenze del made in Italy. Da qualche parte si deve pur cominciare, no?