I primi ad indossarlo furono i senatori romani e gli antichi patrizi. Nel Medioevo ha avvolto impavidi cavalieri, e in epoca più recente è stato bandito perchè considerato elemento d’ispirazione anarchica.
Avete capito di cosa stiamo parlando? Il tabarro è un mantello, realizzato in lana filata cardata, ampio e cascante, che porta sulle spalle una storia lunga e misteriosa.
Forse vi risulterà più familiare all’orecchio il verbo intabarrarsi, ovvero l’arte di coprirsi di strati di indumenti nelle sere più fredde del mese di January, per non rischiare di trasformarsi in ghiaccioli.
Oggi il fashion designer Sandro Zara ha deciso di rispolverare questo capo cult della storia della moda, regalandogli tagli più funzionali e pratici e optando per materiali di altissima qualità.
Abiti intessuti per Dame, Cavalieri e Sognatori, come ama definirli il suo creatore, Sandro Zara, disegnati mescolando dettagli rubati al passato a rischio di “estinzione”.
Non solo mantelli. Il Tabarrificio Veneto di Sandro Zara, un esempio del Made in Italy il cui quartier generale è proprio nella Laguna, ha presentato nel corso dell’ultima edizione di Pitti Uomo una collezione di nuovi capi preziosi: spolverini, saltafossi, giacche da caccia, gilet, trench coat, soprabiti. Capi outdoor, ma che strizzano sempre l’occhio alla storia del passato. E se vi chiedessi com’è fatto un saltafossi?
Alessia CASIRAGHI