di Alessandra GILARDI
Oggi ho proprio bisogno di questo spazio e di un confronto con voi perché sono veramente basita dalla cronaca che giornali e telegiornali riportano in questi giorni.
Come è possibile che su tre donne che perdono la vita in Italia, una vede il carnefice nel proprio partner?
Ma come è possibile che la violenza in Europa sia la prima causa di morte per le donne tra i 14 e i 44 anni?
Come è possibile che l’amore, nobile sentimento umano, possa portare a comportamenti così scellerati e impulsivi che arrivano a sopprimere addirittura la vita stessa del prossimo?
La tragedia di Brescia è solo l’ultima della infinta serie visto che il 90% delle donne subiscono violenze tra le mura domestiche senza denunciare i propri aguzzini.
Quali sono le ragioni del silenzio delle donne che non sempre denunciano i soprusi? Per paura, per estremo amore, per il desiderio che domani sarà forse diverso?
Certo poi si innescano dinamiche per le quali ogni caso è un mondo a sè, ma l’unica osservazione che mi nasce spontanea è che è sbagliato vivere nella paura; bisogna trovare il coraggio, per quanto difficile possa essere, e rompere la catena che produce una sindrome da dipendenza malata, una sorta di “violenza verso se stesse” che ci porterà a parlare all’infinito di questi tragici e sanguinosi accadimenti se non si mette in moto qualcosa che possa cambiare la situazione.
Bisogna cercare di cogliere ogni segnale che manifesti ed esprima disagio e non sottovalutare le manifestazioni che nascondono alterazioni di comportamento e possono degenerare in atti estremi.
Mai sottovalutare nulla, tanto meno comportamenti ossessivi.
Dove sono finiti i gentiluomini che avevamo la coscienza e il coraggio di non “sfiorare una donna nemmeno con un fiore”?
In questo mondo di oggi dove il normale sembra banale e noioso forse è arrivato il momento di riflettere e pensare che il normale è assolutamente cool, è quello che bramiamo e che una volta rovinato è difficile poi recuperare.
Un pensiero va a voi vittime tra le mura domestiche perché sicuramente domani sarà un altro giorno, ma è fondamentale sintonizzarsi su una diversa lunghezza d’onda e cambiare forma mentis.
Ce la possiamo fare a cambiare le cose!
Cool: non sfiorare una donna nemmeno con un fiore
Kitsch: la violenza
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