Business is business, baby. È questa la regola aurea a cui sembra ispirarsi la vita di Fabrizio Corona, che stia vivendo uno dei suoi momenti migliori o che sia rinchiuso nella cella di un carcere. Qualunque cosa si pensi di lui, bisogna riconoscere che ce ne vuole di stomaco, o di incoscienza, per continuare ad avere la forza di pensare a come fare soldi, anche dalla gattabuia.
È passato tanto tempo, eppure sembra ieri che Fabrizio, agli arresti domiciliari dopo Vallettopoli e i giorni di detenzione a San Vittore, si affacciava dal balcone per lanciare mutande con la scritta Corona’s (nome della sua vecchia agenzia) ai fan adoranti sotto casa sua, prodotte da lui. “Da quando mi hanno arrestato ho venduto magliette per 500 mila euro, un buon inizio…” raccontava nel 2007, dopo avere provveduto ad infestare la zona di Moscova con mutande (orribili, peraltro. Avremmo preferito dei boxer) coloratissime.
E chi dimentica la smutandata di Belén al Teatro Ariston di Sanremo? La bella showgirl argentina, all’epoca ancora fidanzata di Corona, non aveva mica scelto per caso di fare vedere la sua farfallina a milioni di spettatori e telespettatori. Dietro c’era sempre lui, che con un vero colpo da maestro aveva suggerito alla fidanzata di mettere in mostra il suo tatuaggio inguinale perché, come poi è successo, se ne parlasse in ogni dove. E ricordate poi dov’è volata, subito dopo, la tanto chiacchierata farfalla? Su borse e T-shirt prodotte da Corona, ovviamente. Che ve lo diciamo a fare.
E oggi Fabrizio che fa? Dopo avere registrato un video in cui si presenta niente popò di meno che come il Messia dei carcerati – presentato da Vespa in una puntata speciale di Porta a Porta (strano che non abbiano fatto il plastico della 500 con cui è scappato…) – lancia una nuova linea di T-Shirt con la scritta To Be Free, sul cui sfondo bianco troneggia la farfalla, che rimanda ad una certa idea di libertà o, dopo Sanremo, ad un ricorrente sogno erotico degli italiani (scegliete voi). “Corona riesce a vendere magliette pure dal carcere. Ora però la domanda è: cinque euro li dà ai carcerati chi? No perché io a Rosa e Olindo non gliela pago la colazione” scrive Selvaggia Lucarelli su Facebook.
Ma la vera chicca, questa volta, è che, un po’ come fanno le grandi firme della moda, la maglietta è un’edizione limitata di soli mille pezzi. Quindi se volete accaparrarvela, dovete muovervi! In vendita al costo di 25 euro, questo “oggetto del desiderio”, indossato per la prima volta in occasione dell’ospitata a Verissimo, non è stato pensato soltanto per fare arricchire le tasche dell’ex Re dei Paparazzi. Sul sito, infatti, sotto la maglietta compare la significativa scritta “Assassini, delinquenti, stupratori sono a piede libero, io vado in carcere per tre fotografie. I mie diritti sono stati calpestati”. Lo scopo delle vendita dovrebbe, quindi, essere nobile? Così è, se vi pare.
O, forse, visto che 5 euro di ogni maglietta venduta verranno devoluti a sostegno dei carcerati, vuole essere un modo per arruffianarseli? Non dimentichiamo, infatti, che nel libro “La mia prigione” raccontava aspetti della vita in carcere e della facilità con cui era possibile corrompere i secondini e fare entrare in cella oggetti proibiti per legge, facendo andare su tutte le furie chi in carcere è rinchiuso e chi ci lavora. Potete immaginare che cosa significhi adesso per lui tornare in prigione? Il problema, caro Fabrizio, è che una volta scoperchiato il vaso di Pandora, risulta un po’ difficile chiuderlo. E 5 euro non bastano.
Pinella PETRONIO
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