Sono emersi dati interessanti dal report Esportare la Dolce Vita curato dal Centro Studi Confindustria: nel 2019 il Made in Italy sarà diretto soprattutto nei Paesi asiatici, dove 202 milioni di nuovi ricchi spenderanno i propri soldi per avere abiti firmati, arredi di design e prodotti alimentari di altissima qualità, per un totale di 16,6 miliardi di euro. E tutto ciò arriverà dall’Italia.
L’export, dunque, subirà un’inversione di tendenza sostanziale, e cambierà l’abitudine delle aziende nostrane.
Se, infatti, fino ad ora l’esportazione del Made in Italy di lusso aveva un raggio d’azione che raramente superava i 1.500 chilometri rispetto a Roma, tra soli cinque anni la rotta virerà e punterà molto più lontano.
Il commercio verso i Paesi emergenti salirà del 40% contro un incremento del 23% per quanto riguarda i mercati maturi.
Oltre 4,2 miliardi di euro di prodotti finiranno in Russia, 2,5 negli Emirati Arabi Uniti e 1,85 in Cina.
Tra i Paesi con il Mayr margine di sviluppo c’è anche il Kazakistan, che insieme a Cina e Repubblica Ceca è l’unico a presentare una quota in crescita di import di Made in Italy e nel 2019 sarà tra i principali importatori di prodotti BBF, cioè “Belli e Ben Fatti”.
Kazakistan e Ucraina sono anche Paesi utilizzati per raggiungere con minori costi doganali la Federazione Russa.
A proposito di Russia, il suo mercato continuerà ad essere il primo mercato per l’export di lusso italiano: quasi 1,73 miliardi di euro la spesa nel 2019 per le firme dell’alta moda italiana, cui si aggiungeranno più di 400 milioni per il settore alimentare e 1,15 miliardi per il design d’arredamento.
Formaggi, vini e altri prodotti Made in Italy conquisteranno anche i mercati polacco (283 milioni di flusso) e cinese (240 milioni), mentre per i gioielli i primi consumatori saranno gli Emirati Arabi.
Verso la Russia anche 892 milioni di euro in calzature e più di 103 milioni di export per il comparto dell’occhialeria in Cina.
L’occhialeria BBF italiana è anche l’unico ambito in cui tra i mercati più interessanti compare il Sudamerica, con circa 100 milioni di export previsto nel 2019 verso il Brasile.
Vera MORETTI