Mai come d’estate diventa sempre più attuale il tema, o meglio, l’autentica piaga sociale dell’abbandono degli animali. Per questo, negli anni, molti personaggi noti e very important people del jet set nostrano si sono attivati con campagne di sensibilizzazione per abbattere il fenomeno del randagismo con tutto quello che ne consegue, incidenti stradali compresi.
Ultima, ma solo in ordine di tempo, Elisabetta Franchi, che con la sua maison bolognese ha avviato il primo progetto di DOG HOSPITALITY d’Italia. Si perché, oltre al fashion, lei l’ago e filo della passione lo vuole condurre anche sulle orme dei nostri amici pelosi.
DOG HOSPITALITY è infatti un’occasione; ben 6000 mq di spazio aperto ai cani dei dipendenti della sua azienda in Granarolo, nella provincia felsinea, tale da permettere loro di portare sul luogo di lavoro i propri amici a quattro zampe.
Esigenza di pet theraphy visti i tempi di crisi? Non solo. Dietro a questo progetto c’è anche la voglia della titolare di restituire più umanità e senso di famiglia all’interno del classico e spesso asettico ambiente da ufficio.
Nella sede bolognese della maison, dunque, sarà dato il via libera ai cani di scorazzare per gli uffici, per il grande giardino che circonda lo stabile, in tante aree: un bel modo per sostituire il classico “break alla macchinetta” più pausa sigaretta con un momento di svago all’aria aperta e in totale relax.
Un’idea così sentita da cui sono nate anche due T-shirt, ma che i più attenti ricorderanno essere un prosieguo delle iniziative sostenibili già supportate dalla maison in questi ultimi anni: dopo i successi riscossi dai progetti Love Dogs e Naked Truth creati contro l’abbandono e il maltrattamento degli animali e per promuovere la rinuncia ad indossare pellicce, nel 2012 Elisabetta Franchi ha anche aderito al Fur Free Retailer Program, in collaborazione con la Lav. Quindi, il DOG HOSPITALITY.
“Un’iniziativa che ho voluto fortemente, nata da una mia esperienza personale – io stessa non mi separo mai dai miei cani-: mi è sembrato naturale consentire anche ai miei dipendenti di fare altrettanto” , è stato il commento della signora Franchi che crea così un bel precedente nel suo patinato e un po’ tropo algido mondo a tutto lussi e sfilate.
Però, ammettiamolo, una mossa abile: aiutando chi fatica a gestire gli impegni professionali con gli amori di casa, non ne potrà che trovare giovamento anche il clima d’ufficio, il rapporto tra i colleghi (purché i cani siano educati), la produzione globale.
Nonostante tutto, comunque, resta da chiedersi quando, in mezzo a tutto questo creativo e sensibile fermento made in Italy, arriverà anche il momento di una nursery fatta e finita. Per i bimbi veri. E’ vero che i cuccioli di casa sono gli amori dei padroni, ma forse non dovremmo ricordarci anche di quelli morbidi e piagnucolanti in pannolone e ossicine?!
Paola PERFETTI
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