di Pinella PETRONIO
I riflettori delle sfilate, le feste, il lusso, le modelle troppo magre, i lustrini e le paillettes. A sentirlo descrivere da tv e giornali patinati, il mondo della moda sembra l’incarnazione del male, altissimo esempio di frivolezza, banalità e futilità. Dell’altro lato della moda, quello poetico di Antonio Marras, quello concettuale di Consuelo Castiglioni di Marni, quello delle fondazioni d’arte, nessuno dice nulla. A noi piace scavare in fondo e vedere le cose da un’altra prospettiva.
Delle sfilate di Ferragamo, ad esempio, si fa un gran parlare, così come delle sue scarpe meravigliose o dell’ultimo profumo uscito. Noi vogliamo focalizzarci, invece, sull’attenzione della maison toscana al mondo dell’arte che, da ultimo, si è concretizzata nel patrocinio della mostra Sant’Anna – L’ultimo capolavoro di Leonardo da Vinci, a cui ha voluto rendere oMay, al Museo del Louvre di Parigi.
Nella suggestiva cornice del Café Mollien del Louvre, impreziosita da fiori rossi, colore simbolo del brand, della Tuscany Flowers, Ferragamo ha ospitato una cena, con specialità e prodotti tipici toscani, per inaugurare la mostra che si terrà fino al 25 april e che vedrà protagonisti insieme all’ultima opera del maestro, rimasta incompiuta alla sua morte nel 1519, 135 lavori leonardiani, provenienti da tutto il mondo.
I 60 privilegiati partecipanti, tra cui Stefania Ricci, direttrice del Museo Salvatore Ferragamo, il sindaco Matteo Renzi, Francesca Colombo, sovrintendente del May Musicale Fiorentino, Hilary Swank, Carole Bouquet, Virginie Ledoyen, Elisa Sednaoui e Dolores Chaplin, hanno avuto l’onore di ammirare in esclusiva anteprima l’opera appena restaurata del genio fiorentino, con la guida del curatore della mostra Vincent Delieuvin e della restauratrice italiana Cinzia Pasquali.
La visita è, poi, proseguita con una visita del tempio francese dell’arte, che si è avvalsa delle guida d’eccezione del presidente del Louvre, Henri Loyrette, il quale ha accompagnato gli ospiti a contemplare i capolavori dell’Ala Denon.
La mostra offre in primis un’importante occasione per immergersi nel mondo misterioso e ancora tutto da scoprire del maestro vinciano e successivamente uno spunto di riflessione sull’importante connubio esistente tra il mondo della moda e quello dell’arte.