AAA cercasi disperatamente Eleganza, sparita intorno alla metà di February dal Palcoscenico dell’Ariston. C’è poco da fare. Pur a volerci impegnare questa 63esima edizione del Festival è, forse, tra le più sciatte tra le ultime viste. Tanto da farci rimpiangere gli abiti di Belén Rodriguez (in Fausto Puglisi e farfallina in vista lo scorso anno), Elisabetta Canalis e persino il look da Kelly di Beverly Hills di Celeste Gaia. Qualche passo avanti, in effetti, rispetto alla prima serata è stato fatto. Nel senso che a questo giro riusciamo a salvare, in mezzo al grigiore, alla monotonia e alla sciatteria di alcuni look, più di un paio di teste.
Se Lucianina, la prima sera, nonostante gli strass a profusione sui suoi minidress, non aveva esattamente brillato. Ieri, invece, dei tre look almeno uno si salva. L’ultimo, per l’esattezza: quello lungo nero, stretto in vita da una cintura metallica color rame, con trasparenza sul petto che lasciava intravedere – apperò – un décolléte davvero florido e prosperoso. L’abito era firmato da Gianluca Capannolo, una penna giovane della moda italiana, così come gli altri indossati durante l’arco della serata. Solo che mentre il lungo nero ci è tanto piaciuto, non possiamo dire lo stesso per gli altri due: magliettona bianca con colletto gioiello (ci piace, ma non è adatto all’occasione), e minidress essenzialissimo e iper basico, con lunghissimo strascico verde petrolio. 7,5 al terzo, 5/6 al secondo, 4 al primo. Facendo la media, voto 5,5.
L’altra regina indiscussa della serata è stata Bar Refaeli. Bella, bellissima, ha incarnato alla perfezione il ruolo della valletta muta. Anzi, no. Qualcosa l’ha detta: “I’d love to…” qualsiasi cosa. Ma fa nulla, qualcuno ieri su Twitter scriveva: “Se io fossi figa come Bar Refaeli, non me ne fregherebbe nulla di dimostrare anche di essere intelligente”. Non tutti i look, però, firmati da Roberto Cavalli, sono stati esattamente all’altezza della bellezza della modella israeliana. Bello il primo: azzurro cielo, con lunga gonna plissé e corpetto interamente incrostato da applicazioni specchio e scollatura a cuore. Una bellissima fata turchina. Il secondo, anche no. Al Robertone nazionale vogliamo bene, ma il completo giacca pantalone super aderente di pizzo trasparente riesce a far somigliare ad una Drag Queen persino Bar Refaeli. N.C. agli altri due, quello blu a sirena con pioggia di paillettes e jais argentati e quello rosso drappeggiato sul dècollète: carini, ma niente di veramente spettacolare. Voto 7-
Uno guarda il Festival di Sanremo e si aspetta di vedere salire sul palco abiti da Mille e una notte e poi arriva Carla Bruni, con la sua chitarrina, le sue punturine di botox e il suo tailleur da impiegata della biblioteca comunale. Voto 5.
“Fiori a primavera? Avanguardia pura” diceva Miranda Priestley nel Diavolo veste Prada. Perché, stampa floreale a Sanremo, come la vedete? Abbiamo ritrovato i fiori scomparsi dal palco. Li ha rubati Irene Ghiotto e li ha messi sul suo vestitino da piccola contadinella orfana, a cui ha abbinato Doctor Martins usurate. Beh, vabbè. Voto 2.
Annalisa ha, invece, portato una ventata di freschezza, bellezza e stile con il suo look firmato da Anna Molinari per Blugirl. Qualcuno ha avuto da ridire sugli shorts di pizzo color champagne, abbinati a blusa in plumetis con maniche a sbuffo. Al Festival si va in lungo, dicono. Forse. Ma la classe, la nonchalance, le gambe perfette, e la sicurezza con cui la giovane cantante della scuderia di Amici di Maria De Filippi domina il palco, ci fanno chiudere un occhio. Finalmente, si vede qualcosa di bello. Voto 8.
Ha lo stesso punto di biondo usato da Donatalla Versace, Malika Ayane. Ma, nonostante la sua chioma abbagli, passa tutto in secondo piano a vederla così meravigliosa in un abito lungo nero di Lorenzo Riva, con scollatura profondissima sulla schiena che mette in risalto l’enorme tatuaggio che le dipinge le spalle, e con spalline leggermente imbottite. Perfetta, anche per quella correzione a fil di voce fatta a Fazio che continuava a sbagliare il suo cognome. Voto 9.
Radiosa anche Filippa Lagerback. Smokey eyes che le mettono in risalto gli occhi azzurri e i capelli biondi, sandali neri a listini sottili, en pendant con il colore dell’abito, leggermente asimmetrico, di Stella McCartney. Scicchissima. Voto 7,5.
Gli uomini? Non pervenuti. Sono stati persino in grado di fare peggio di quanto hanno fatto le donne la prima sera. Una cosa ci chiediamo: ma i Modà, con tutti i vestiti eleganti che Re Giorgio tira fuori dal cilindro stagione dopo stagione, proprio da sbarbatelli del Festivalbar dovevano vestirsi? Bocciamo il look giacca e T-shirt del gruppo milanese, firmato da Emporio Armani. E preferiamo stendere un velo pietoso su quello di Max Gazzè.
Pinella PETRONIO
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