di Enrico MASSERINI e Davide MAPELLI
Oggi partiamo dalle conclusioni: esiste realmente una sfida tra Omega Speedmaster e Omega De Ville? No, non esiste proprio, come si dice per il tennis vittoria 6-0 6-0 6-0 per l’orologio della Luna. Finito.
Dai, ricominciamo da capo: chi non conosce Omega? Pensiamo nessuno. Chi non conosce lo Speedmaster? Risposta come sopra. Speedmaster oggi è una collezione vera e propria, declinata in decine di modelli, ma alla nascita, negli anni Cinquanta del secolo scorso, è solo un orologio: un cronografo tecnico pensato per impieghi gravosi e per durare nel tempo. Il modello originale è quello che vince la concorrenza e si aggiudica il polso dei temerari cosmonauti delle prime missioni spaziali Usa, dai tempi di Walter Scirra e la missione Sigma 7 del 1962. Poi il 1969, la Luna, la leggenda eterna, Armstrong, Aldrin, Collins; consacrato dal rientro dell’Apollo 13 l’anno successivo, dove questo piccolo oggetto ha scandito le fasi più tremende della vicenda.
Lo Speedmaster Professional è speciale. È un orologio semplice che non concede nulla al superfluo. Cassa in acciaio con anse ad elica, corona naturalmente protetta dall’essere incassata nella struttura laterale del segnatempo, pulsanti cronografici a pompa di grandi dimensioni per un facile azionamento anche con guanti, lunetta svasata che si stacca dalla cassa con disco nero riportante la scala tachimetrica per la misurazione della velocità (pensiamo sia la lunetta che abbia dato Mayr ispirazione a tanta concorrenza…), fondello avvitato, bellissimo vetro fortemente bombato in hesalite (ai tempi lo zaffiro sintetico non si usava di certo) in grado di assorbire ogni genere di shock.
Il quadrante, nero, parla il linguaggio diretto e chiaro di chi cerca risposte immediate: lancette di ore e minuti con materiale luminescente tutte bianche, conta secondi crono centrale, ore crono al sei, 30 minuti crono al 3 e piccoli secondi al nove, indici orari a bastone luminosi anch’essi. Stop. Nessun datario, nessun fregio, insomma nulla che possa distogliere l’attenzione dalla lettura immediata di ora e tempi di cronometraggio. A completamento, un bracciale in acciaio con chiusura a scatoletta che in tempi recenti è stato adeguato nella consistenza e robustezza.
Lo Speedmaster ha taglia 42 mm, una misura sportiva che non ha avuto bisogno nei decenni di essere adeguata (anche se alcune declinazioni di modelli più recenti della collezione hanno raggiunto quota 45 mm).
Il movimento è praticamente lo stesso degli esordi: sviluppato su base Lemania (prima calibro 361, poi 861, oggi 1861) mantiene la carica manuale e oscillazioni abbastanza basse, 21.600/ora, per garantire estrema affidabilità e ridotta necessità di manutenzione. In realtà la carica manuale resta un vezzo storico, utile in tempi di missioni spaziali, meno pratica nella vita di tutti i giorni. E proprio guardando a questo gli Speedmaster moderni hanno visto crescere il dato di impermeabilità dalle storiche 3 atmosfere alle più attuali 10 atmosfere, visto che capita più spesso che l’orgoglioso possessore di questo cronografo vada a farsi un giro al mare piuttosto che quattro passi fra le stelle!
Che dire del “parente”? La collezione De Ville, come bene fa intendere il nome, è pensata per tutt’altri utilizzi: orologi eleganti di taglio classico, a tratti anche sofisticati, personalizzabili nelle versioni femminili con brillanti e cinturini molto modaioli. L’impianto cassa non è unico come nello Speedmaster: ve ne sono di perfettamente tonde come di più lavorate, soprattutto nei pezzi più “sportivi”, per arrivare a modelli con cassa a cuscino.
La referenza più vicina per un eventuale paragone col fratello appena discusso è forse il Co-Axial Chronoscope, cronografo automatico con scappamento coassiale e ruota a colonne. Orologio dai toni moderatamente sportivi con cassa da 41mm ed impermeabile a 100 metri, il Co-Axial Chronoscope ha tra i suoi pregi l’equilibrio delle forme, un eccellente movimento e la possibilità di scegliere tra varie tipologie di quadranti, bracciali o cinturini. Degna di nota è l’affissione delle ore cronografiche al sei a semicerchio, lette da una lancetta doppia: la parte più lunga segna le ore da 1 a 6, quella corta da 6 a 12; un’altra menzione va al datario, circa alle undici, dove la finestrella sottostante mostra anche il giorno precedente e quello successivo.
In definitiva la famiglia De Ville ha uno spirito abbastanza eclettico e viene declinata in numerose varianti, tra cui spicca un bellissimo Tourbillon coassiale degno di essere segnalato tra i grandi complicati.
Vi piace il De Ville? Bene, ma ricordatevi di avere almeno uno Speedmaster nella vostra personale collezione!