Dopo mesi di contrattazioni, Braccialini ha raggiunto un accordo ed ora i termini della ristrutturazione aziendale sono chiari.
Dopo l’annuncio degli esuberi lo scorso ottobre, sembrava che il futuro del gruppo toscano di pelletteria di lusso fosse offuscato da tinte scure, ma, ad oggi, il sereno è tornato a Scandicci, dove ha sede il prestigioso marchio.
Si sono svolti a December una serie di incontri tra l’azienda e le parti sindacali e l’intesa siglata prevede spazio per gli ammortizzatori sociali più garantisti, quali il contratto di solidarietà difensivo che l’azienda adotterà per i prossimi 12/24 mesi, al cui termine scatterà la mobilità per meno della metà dei lavoratori inizialmente dichiarati.
Riccardo Braccialini, AD del brand, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi dei nostri lavoratori ed esprimiamo la nostra solidarietà a coloro ai quali non potremo più garantire il posto di lavoro. Si apre una nuova fase di sviluppo per l’azienda, dopo il fallimento del gruppo Burani nel 2009 (di cui Braccialini faceva parte) che ha creato un’onda lunga i cui effetti si sono ripercossi fino a oggi. Grazie all’uscita dall’EX art 67 che limitava l’accesso al credito dell’azienda e a un nuovo piano di crescita pluriennale, potremo guardare con ottimismo al futuro”.
Per contenere le spese, e gli esuberi, è stato deciso di accorpare il quartier generale e la nuova area logistica di progettazione e customer care, in fase di costruzione dietro la sede centrale di Casellina.
Oltre a Braccialini, il gruppo controlla anche i brand Gherardini e Francesco Biasia, oltre alla licenza Vivienne Westwood, e, grazie a questa rete, ha chiuso il 2012 poco sotto gli 80 milioni di euro, in linea con l’esercizio precedente.
Inoltre, nel 2011 la famiglia Braccialini ha rilevato le quote dal gruppo Burani con l’aiuto di nuovi soci finanziari, fra i quali SICI (Sviluppo Imprese Centro Italia), il fondo milanese Hat e Nem, la sgr del gruppo Popolare di Vicenza.
Vera MORETTI
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