Forse distratti dalle loro imponenti dimensioni, o da quell’aura di esclusivo, irraggiungibile lusso che traspare anche dal più piccolo dettaglio degli interni, spesso si tende a sottovalutare l’imponente impatto ambientale degli yacht, giganti da dieci, trenta, cinquanta metri di lunghezza lanciati a grande velocità in mare aperto.
Anche nel mondo nautico, però, si sta diffondendo negli ultimi anni una coscienza ecologica più attenta e consapevole: da un lato, le norme in materia sono già da tempo diventate estremamente severe e stringenti, dall’altro armatori e cantieri investono sempre più tempo ed energie nella sperimentazione di materiali e tecniche costruttive ecosostenibili.
È proprio grazie a questi sforzi che oggi possiamo ammirare un gioiello del mare come Galactica Star, il primo yacht da 65 metri costruito interamente in alluminio, ad opera del rinomato cantiere olandese Heesen Yachts.
Fresco di prove in mare, superate con successo lo scorso May, Galactica Star si distingue innanzitutto per l’innovativo design idrodinamico, realizzato in collaborazione con lo studio Van Oossanen Naval Architects, e in particolar modo per lo scafo a dislocamento veloce FDHF (Fast Displacement Hull Form).
La linea affusolata della carena permette di contenere al minimo lo spostamento dell’acqua per tutto il range di velocità: ciò si riflette in un aumento delle prestazioni del 30%, garantendo al tempo stesso massima manovrabilità e tenuta in mare, e in un ridotto consumo di carburante, grazie anche al peso contenuto.
Durante i test di collaudo, i due motori MTU da 4300 kW hanno spinto Galactica Star ad una ragguardevole velocità media massima di 28,8 nodi, quasi due nodi in più rispetto a quando dichiarato in fase di progettazione. L’autonomia è di 4200 miglia nautiche a 14 nodi.
Poi, trattandosi di uno yacht ultramoderno, Galactica Star lascia naturalmente a bocca aperta anche per gli interni: tra le tante amenità troviamo sei suite per un’ospitalità massima di dodici persone, dieci metri quadrati di balconi panoramici laterali, sauna, hammam e piscina con jacuzzi dal fondale in vetro per far filtrare la luce e illuminare il bar sottostante. Dulcis in fundo, il ponte a prua include anche una piccola superficie attrezzata per l’atterraggio degli elicotteri.
Manuele MORO
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