L’amore per la bellezza nasce dall’educazione al bello. Così è cresciuto il torinese Gianfranco Rao che nella sartoria del padre ha visto chilometri di stoffe pregiate, decine di operosi sarti tagliare e cucire, migliaia di clienti affezionati alla qualità che quasi solamente le confezioni su misura assicurano. Ciò che si guarda con meraviglia da piccoli diventa spesso la realtà quotidiana di quando si è grandi, e così è stato per Gianfranco Rao che, dopo aver lanciato negli anni ’90 una sua collezione e aperto negozi in giro per il mondo, ha scelto di dedicarsi ai 2 negozi di famiglia a Torino.
“Un bel gioco di successo – Stoffe e colori che passione” (ed. Alemmandi & C.) è un volume che è nato dall’amore di Gianfranco Rao per il suo mondo e per quello perduto. Un’operazione nostalgica? Affatto. Perché dietro la passione si nasconde il desiderio di condividerla e soprattuto di stimolarla verso chi quel mondo della sartorialità, dello stile maschile che è diventata un’etichetta sotto le lettere “Made in Italy”, non lo conosce o lo conosce appena. E alla bellezza, lo abbiamo detto, bisogna essere educati.
Come un manuale che pagina dopo pagina fornisce strumenti e nozioni, la sua lettura riconduce al punto di partenza, al primo capitolo. “Vestire un’emozione” scrive Rao: che sia il senso di protezione di cui necessitavano gli uomini primitivi, o il pudore delle prime civiltà costituitesi, la sicurezza o il piacere vanesio che sembrano ricercare gli uomini contemporanei, dietro un abito c’è questo ed altro ancora. Perché quando la mattina ci si veste, o quando si acquista qualcosa, non si fa altro che esercitare la più importante facoltà che regala la vita: scegliere. Essere consapevoli di ciò che si sceglie, e che con la propria immagine , giusto per essere hegeliani, di ciò che con la nostra immagine comunichiamo agli altri. Rao va all’essenza dell’eleganza, ossia all’elegantia latina: sapere scegliere.
Si parte dai fondamentali: la lana (“regina dell’abbigliamento esterno”), il cotone (“la nostra seconda pelle”), la seta (“regala accessori preziosi e raffinati”), il lino (“la prima fibra usata dall’uomo”). Poi è la volta dei tessuti per ogni stagione, da quelli più pregiati a quelli comuni, e per ciascuno si racconta l’origine del nome, è descritto l’aspetto, ne sono esaminate le caratteristiche e ne sono svelati aneddoti curiosi.
La camicia è scomposta in ogni sua parte, proprio come solo le mani abili di un sarto sanno fare, e si scopre che i rigati possibili sono infiniti, e per ciascuno esiste l’abito appropriato nella stagione appropriata. Perdersi tra le preziose tavole d’illustrazione, curata personalmente da Rao è come perdersi nella sartoria delle meraviglie. E ogni tanto compare un fotogramma in bianco e nero con Frank Sinatra o Cary Grant, giusto per avere qualche esempio di uomini di stile. E alla fine muta la propria consapevolezza, sembrerà naturale riconsiderare la cura che ciascuno presta al proprio armadio, e preziosi sembreranno i consigli su come togliere le macchie più oscure o stirare. Anche se qualche nome vi sarà certamente sfggito alla memoria.
Andrea VIGNERI
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