Tutti insieme fanno cinquanta stella o più, molti più piani. Non stiamo dando i numeri bensì analizziamo l’analisi di Trivago.it , che ha stilato la propria classifica dei 10 alberghi più lussuosi e più alti del mondo.
Inutile dire che questi colossi sono dislocati per lo più nei Paesi Orientali, siano essi da intendere come collocati in Asia piuttosto che in Medio Oriente, e che Dubai fa da capolista nella contesa tipica maschilista del “chi ce l’ha più alto”.
Tra di loro si assomigliano tutti. Piacciono poco al turista-occidentale-medio abituato a strutture più neoclassiche e dai volumi più contenuti. Amabili, famigliari, diremmo, totalmente all’opposto di questi grattacieli che toccano le nuvole dalle forme fiorite ma comunque poco naturali. Quasi dei mega-robot animati dotati, dentro e fuori, di un design futuristico, un listino prezzi esagerato, panorama sconsigliato a chi soffre di vertigini – le terrazze “over the top” sono collocate oltre i 250 metri.
E non siamo che all’inizio. Se l’esterno quasi spaventa il piccolo viaggiatore errante, gli interni non sono da meno.
Varcata la soglia, infatti, non sarà insolito trovarsi di fronte af architetture faraoniche, arredi sfarzosi – come nel più classico dello stile “East” -. Chi ha esagerato di più?
Ad aggiudicarsi la bandierina “più alta” dell’hotel più “over the top” secondo Trivago.it è il JW Marriott Marquis di Dubai , per i suoi 77 piani, 355 metri d’altezza, oltre 800 camere, 14 ristoranti e bar, arredi moderni e minimal che si affacciano sul quartiere finanziario della città.
Da quello “spilungone” si può vedere persino il profilo del Burj Al Arab, il simbolo della Dubai contemporanea, una delle icone del lusso con kefiah o jallabia. L’hotel della vela sul mare, quello in cui si possono prenotare solo suite dai 170 metri quadrati in su, che dispone di un servizio check-in ogni piano con concierge e personale h 24, è alto 321 metri, si estende su 28 piani ed è “attraccato” alla terraferma tramite un ponte di 280 metri.
Di fatto, si contende la palma del lusso e della popolarità con le torri da 300 metri Jumeirah Emirates Tower: 50 piani da 400 camere ricche di domotica ed elementi moderni. Con i suoi 16 ristoranti e la vista su Dubai sarebbe il migliore di tutti, se solo non avesse alcune zone riservate agli uomini ed altri alle donne con personale distinto per categorie.
Insomma, Dubai avrà fatto uno salto in alto nelle proporzioni del lusso, ma per altri versi resta ancora molto tradizionale. Ma andiamo avanti con la classifica.
Sul gradino più basso del podio Trivago ha collocato il Baiyoke Sky di Bangkok, l’edificio più alto della Thailandia (658 camere dislocate tra il 22° e 73° piano del grattacielo, il sofisticato Roof Top Bar in terrazza, 8 tra ristoranti e bar compreso l’originale Floating Market, una rappresentazione del mercato galleggiante di Bangkok dove gli ospiti possono scegliere i piatti della tradizione thailandese direttamente dalle tipiche imbarcazioni.); il Grand Lisboa di Macau, Cina – dotato di 400 stanze e suite tutte con vasca idromassaggio e bagno turco, accoglie uno dei più famosi casinò dell’Asia compreso il cabaret parigino Crazy Paris Show – ; il Ritz – Carlton, Hong Kong, noto per la piscina del “roof” più alta del mondo.
In Cina, poi, ci sono “nomoni” dell’hotellerie occidentale come il Park Hyatt – a Shanghai offre relax un relax 360° grazie alla rinnovata Water’s Edge spa -; il St. Regis, bandiera di Shenzhen grazie alla silhouette ideata dall’architetto Terry Farrell; il Four Seasons Hotel di Guangzhou (tra il 74° ed il 98° piano dell’IFC tower, sempre in Cina), amato per la spa di lusso e la piscina coperta che si affaccia sul Delta del fiume delle Perle.
Ultimo, ma non per questo meno speciale, il Grand Hayatt Shanghai. Basterebbe citare la sua medaglia da Guinness World Record per farne uno degli alberghi più alti al mondo e dunque permettergli di risalire immediatamente in classifica, ma “sconta” i suoi 33 piani con 555 stanze, l’arredo moderno art-decò fuso un po’ troppo con gli elementi tradizionali cinesi. Insomma, un “pastrocchio” che si ridà un contegno solo grazie al comfort e ai “plus” offerti dalla struttura.
Decisamente inadatto ad un romantico week end a due. Lontano anni luce dal classico immaginario di hotel come nido. A meno che non si voglia passare una vacanza ben più su delle fronde degli alberi.
Paola PERFETTI
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