di Enrico MASSERINI e Davide MAPELLI
Hamilton, ovvero la tradizione e l’innovazione nella stessa cassa. Perdonateci come sempre il gioco di parole, ma anche stavolta ne abbiamo ben donde, credeteci.
Alzi la mano chi non conosce Hamilton: bene, ne contiamo veramente poche, ma per costoro facciamo un rapido ripasso sulla storia della maison svizzero/americana.
Anno 1892, Lancaster, Pennsylvania, US, nasce la Hamilton Watch Company. Come al di qua dell’oceano, anche negli Stati Uniti l’orologeria si muove in concerto con i nuovi mezzi di trasporto ed Hamilton segue da vicino il vertiginoso sviluppo delle linee ferroviarie che sfrecciano da est ad ovest trasportando ogni giorno migliaia di persone in cerca di fortuna: contadini, minatori, allevatori, cacciatori, imprenditori ed… avventurieri.
I ferrovieri necessitano di segnatempo da tasca estremamente precisi in quanto il rispetto dei tempi è la chiave per evitare paurosi incidenti nei nodi ferroviari più congestionati ed Hamilton risponde con un modello che nel 1912 si guadagna il titolo di “The Watch of Railroad Accuracy”, a riprova che la casa di Lancaster ha già raggiunto un livello qualitativo decisamente elevato.
Due anni più tardi, nel 1914, è la volta del contratto con le Forze Armate degli Stati Uniti, fatto che consegna definitivamente il nome Hamilton alla storia. Nel 1928 il modello Piping Rock diventa un vero cult: celebra la vittoria alle World Series dei New York Yankees e riporta sul fondello l’incisione commemorativa. E’ un orologio di forma con anse snodate, la cassa è in oro bianco o giallo a 14 K (siamo negli Usa, l’oro ha solitamente questo grado che corrisponde ad una lega del 58,5% di oro contro il nostro 75%) ed il quadrante di tono argentato è circondato da una lunetta colorata che riporta le ore con numeri romani. Durante la Seconda Guerra Mondiale la produzione è focalizzata sui cronometri da marina e sul modello in seguito denominato Khaki, forse il segnatempo più famoso di Hamilton, l’orologio delle forze armate per eccellenza che arriva fino ai giorni nostri. Nel 1957 è la volta del Ventura, primo orologio elettrico al mondo dal design a dir poco trasgressivo (lo potete vedete al polso dei due super agenti di “Man In Black”, la coppia Will Smith/Tommy Lee Jones). Il capitolo cinema e spettacolo è lunghissimo, citiamo solamente Elvis Presley, Stanley Kubrick (che fa realizzare un prototipo per il visionario cult movie “2001, odissea nello spazio”), la presenza in tempi recenti nei successi Hollywoodiani “Arma Letale 4”, “Independence day”, “C’è posta per te”. Nel 1971 Hamilton viene acquisita dall’asso pigliatutto SMH (Swatch Group) ed in anni recenti parte della produzione viene spostata in Svizzera.
Insomma avete capito, fine del riassunto… passiamo all’oggi: Jazzmaster Face2face. Verrà lanciato in grande stile a Baselworld 2013. Il pezzo è veramente speciale: cassa ellissoidale di grandi dimensioni in acciaio (53x44mm con l’asse Mayre dal tre al nove), dispone di due lati quadrante: sul primo troviamo decentrato al tre un cronografo a tre contatori con datario, quadrante fumé in zaffiro azzurrato e verso ore nove vediamo il retro di un movimento… ecco la magia: ruotiamo la cassa che scivola sulla mezzeria ed appare l’altro lato: ad ore nove un solo tempo con quadrante grigio e al tre il retro del movimento cronografico. Insomma abbiamo due orologi in uno ma, a differenza di altri modelli i due segnatempo compaiono alternati, cambiando completamente il gusto dell’orologio per adattarlo alle varie occasioni, elegante o sportivo. Una gran bella idea, originale e nuova. Non ci risulta infatti che esista un modello con caratteristiche simili, o per lo meno confrontabili. I due meccanismi provengono dall’immensa banca organi di ETA, altra società di Swatch Group specializzata nella produzione di movimenti meccanici ed al quarzo di alta qualità. Il solo tempo si basa sul calibro 2671, il cronografo sul calibro 2094, entrambi automatici. Pur essendo indipendenti tra loro (possono segnare orari diversi come nei plurifuso) presentano una sola corona di regolazione, a riprova dell’interessante sviluppo tecnico e in virtù anche della complicazione dei pulsanti crono e della rotazione della cassa. A chiusa del tutto troviamo un bel cinturino in pelle nera con fodera blu ed impunture dello stesso tono, la fibbia è del tipo a déployante.
Il Jazzmaster Face2face si pone ai vertici della gamma Hamilton, solitamente specializzata in segnatempo di fascia media, viene realizzato in serie limitata di 888 pezzi ed ambisce a confrontarsi in un mercato decisamente superiore dove se la dovrà vedere con nomi dal blasone molto più forte. Tuttavia riteniamo che abbia le carte in regola per sostenere la sfida: tanta tecnologia, innovazione, design ricercato ed un marchio storico dovrebbero bastare a far breccia nel cuore degli appassionati. Non si dimentichi poi che Hamilton può comunque attingere al know how del Gruppo Swatch di cui fanno parte anche Breguet, Blancpain, Omega etc.
Il nostro giudizio? Un gran bel pezzo di micromeccanica che merita molta attenzione, potrebbe avere un discreto successo collezionistico.
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