Il settore del lusso, che, anche in questi anni difficili non ha conosciuto crisi e, anzi, ha sempre chiuso i suoi bilanci in positivo, sta per inaugurare un decennio di svolta.
Altagamma, infatti, sostiene che, da qui a dieci anni, appunto, il mercato dovrà sempre più considerare le esigenze e le richieste dei consumatori, diventati esigenti ed esperti quando si tratta di fare acquisti “di peso”.
Per questo motivo, occorre conoscere sempre meglio i consumatori “tipo” e di conseguenza proporre prodotti che possano incontrare il loro favore.
Si tratta, parlando di numeri, di 380 milioni di consumatori, che spendono circa 730 miliardi di euro in lusso personale e esperienziale e che diventeranno 440 milioni nel 2020 con una spesa complessiva che raggiungerà gli 880 miliardi.
Di questi, circa 32 milioni di consumatori, definiti “core”, spendono in media 10.000 euro all’anno in lusso personale ed esperienziale, e rappresentano circa il 40% del mercato totale a valore. Gli altri sono consumatori aspirazionali che spendono fino a 2.000 euro all’anno.
La crescita della clientela interesserà in particolare i consumatori “core”, che cresceranno di circa 10 milioni di unità entro il 2020, ed un mercato in aumento di 85 miliardi.
A fare da traino saranno i consumatori Usa, seguiti da Cina, Europa e Middle East.
I consumatori aspirazionali invece passeranno da 350 milioni nel 2014 a 400 milioni nel 2020 con un mercato a valore che cresce da 470 miliardi di euro a 535 miliardi nel 2020.
La crescita sarà fortemente guidata dalla Cina con 15 milioni di nuovi consumatori, rispetto ai 10 milioni di Stati Uniti e 6 milioni in Europa.
Ma non è tutto, perché nei mercati internazionali si prevede anche che circa 1 milione di consumatori decidano di ridurre le spese nei settori di lusso, facendo così perdere al fatturato almeno 4 miliardi.
Si tratta soprattutto di francesi, italiani, giapponesi e statunitensi (rispettivamente 8%, 7%, 6% e 6% del totale dei consumatori “Core”) tra i 45 e i 50 anni, che diminuiranno la loro spesa in lusso personale (profumi, cosmetici, occhiali, scarpe), mentre non rinunceranno al lusso esperienziale, soprattutto in termini di vacanze e arredo per la casa.
Per queste persone, gli acquisti sono influenzati dalle visite in negozio e dall’interazione
con lo staff e che attribuiscono grande importanza a qualità e artigianalità dei prodotti. Su questi elementi dovranno puntare le aziende per contrastare il calo di consumi di questo target.
Vera MORETTI