di Vera MORETTI
Gherardini e l’arte vanno a braccetto per la mostra “Volti Svelati”, appena inaugurata presso la Galleria degli Uffizi a Firenze e sarà possibile ammirarla fino al 29 January 2012.
La famosa maison di pelletteria fiorentina non è nuova a queste iniziative, che spesso sono accompagnate da nobili motivazioni.
In questo caso Gherardini ha voluto esprimere tutto l’amore per la sua città, contribuendo a riportare alla luce un vero e proprio patrimonio artistico, purtroppo dimenticato.
Protagonisti della mostra sono dei pregiati marmi medicei che, dopo essere stati spostati dalla Galleria delle Statue nel XVI secolo, erano rimasti sepolti nei depositi degli Uffizi.
Per secoli, dunque, nessuno ha potuto ammirare questi capolavori di arte romana, che comprendono busti di imperatori ed imperatrici, ma anche di persone comuni, importantissimi per ricostruire quella che fu una civiltà influente e ricca di cultura. Il periodo risale al realismo della tarda repubblica, ma spazia fino al patetismo dell’età antonina.
Gherardini, dopo aver partecipato nel 2008 al progetto “Re-Thinking Monnalisa”, reinterpretazione del capolavoro di Leonardo Da Vinci affidata ad artisti contemporanei ed aver sponsorizzato, l’anno successivo, la mostra “Capolavori dei macchiaioli. Maestri dell’800 italiano” all’interno della rassegna “Italia in Giappone 2009”, ancora una volta abbraccia l’arte, con un occhio di riguardo nei confronti dell’amata Firenze.
Lorenzo Braccialini, direttore marketing e comunicazione della maison, ha dichiarato: “Questa iniziativa si iscrive in una consolidata ottica di mecenatismo che Gherardini persegue da sempre e con coerenza, in particolare sul territorio toscano, in cui hanno origini le sue radici: grazie al progetto di tre anni fa, infatti, è stato possibile il restauro di un’opera pittorica di Palazzo Medici Riccardi di Firenze. Penso che il legame tra la moda e l’arte possa servire a capire la contemporaneità attraverso lo studio e il recupero di patrimonio passato che possiede energia e valore fuori dal tempo”.