Con buona pace di tutti i giornalisti e i buyer, sfiniti dal continuo correre da una sfilata all’altra, da feste fino a tardi e levatacce al mattino, i cui segni sono ben visibili nelle occhiaie blu nascoste da occhiali da sole, dichiariamo conclusa la Settimana della Moda. Un’altra epocale fashion shower, tra la sfilata di Luisa Beccaria e quella di Normaluisa, ha annaffiato i fashionisti che correvano al riparo sotto i balconi, scivolando sul selciato milanese e rischiando di precipitare da tacchi alti una ventina di cm circa.
Una Fashion Week, forse, un po’ sottotono caratterizzata dall’assenza di Bianca Balti, dalla latitanza di Anna Wintour e dalle ire (di che cosa non si viene a conoscenza mentre si aspetta l’inizio della sfilata) di Roberto Cavalli, infuriato con i giornalisti francesi che pare siano arrivati in ritardo alla settimana della moda milanese, perdendosi Gucci e altri grandi nomi, e ripartiti in anticipo, mancando così allo show della prima linea dello stilista toscano. Sempre i soliti francesi spocchiosi e con la puzza sotto il naso. Sarebbe divertente se per una volta fossimo noi ad assumere un atteggiamento snobista e latitassimo alla “vaffinatissima settimana della moda pavigina”. Fashion rumors dicono anche che sempre i soliti giornalisti francesi siano stati tutti presenti alle sfilate di Blumarine e Blugirl, perché pare i marchi di Anna Molinari comprino molta pubblicità sui rotocalchi patinati d’Oltralpe. Pare.
Francesi o non francesi, la sfilata di Roberto Cavalli brulicava di gente. Il front row era affollato da una pletora di celebrities di tutto il mondo e da illustri penne del giornalismo di moda. Qualcuna per la verità, forse, un po’ troppo e immotivatamente pungente. Stiamo parlando di Luke Leitch del Fashion Telegraph che, dopo aver visto la collezione del designer fiorentino ha commentato che la moda italiana – cita Cavalli e Dsquared – è una moda da Bunga Bunga. Partendo dal presupposto che il Sign Leitch arriva un po’ in ritardo perché simile affermazione l’aveva già fatta 3 anni fa Suzy Menkes, ci chiediamo che cosa abbia visto il giornalista inglese, dato che più del 70% delle collezioni che hanno sfilato sono state caratterizzate da ispirazioni sixities, minimalismo e pulizia nelle forme.
Cavalli è sempre il nostro Cavalli, quello che abbiamo imparato a conoscere e amare negli anni, quello che star del calibro di Sharon Stone e Naomi Campbell (mica pizza e fichi) hanno consacrato nell’Olimpo della Moda. Una collezione assolutamente coerente al suo stile che si apre con una processione di abiti bianchi con inserti in pizzo o realizzati in pelle laserata, cucita e decorata con applicazioni. Seguono vestiti fluidi dalla silhouette morbida, che si adagiano sul corpo senza fasciarlo, caratterizzate da un mix di stampe animalier – pitonate e maculate – e floreali, e abitini dai colori tenui – cipria, albicocca e lime – con ricami in pizzo, abbinati a pantaloni ampi in leggera mousseline. Gli abiti da sera neri o bianchi, con oblo sulla schiena e sul décolléte, lasciano scoperti i fianchi e sono incrostati da una pioggia di ricami, paillettes, pizzi leggeri e cristalli luminosi. Un incredibile lavoro di artigianalità, degno della migliore tradizione del Made in Italy.
Molto più minimale la collezione per la primavera estate 2013 di Massimo Rebecchi che apre la sua sfilata con abiti, bluse scivolate, gonne e pantaloni morbidissimi che non segnano la figura, dal sapore maniere, completamente stampati da maxi righe bianche e blu, accesi da tocchi di rosa sorbetto. Optical prints, effetti geometrici e grafismi rinnovano l’eleganza del tailleur, pizzo e trasparenze lasciano intravedere top con stampe floreali o di farfalle colorate, mentre per la sera gli abiti propongono un mix di organza e satin tono su tono in un’alternanza di consistenze diverse.
Il sesto giorno vede protagonista un altro grande nome della moda italiana nel mondo: Gianfranco Ferré, brand oggi di proprietà di Paris Group, ma sotto la direzione creativa di Stefano Citron e Federico Piaggi. Una collezione ispirata ad un minimalismo assoluto, in cui sono banditi fronzoli e orpelli: geometria delle forme, linee asciutte senza nessuna sbavatura né ridondanza, silhouette asciutte e pulite, il tutto realizzato tramite l’utilizzo di materiali superlativi dietro cui si evince un accurato lavoro di ricerca e sperimentazione.
Romanticismo e suggestioni esotiche si fondono nella bellissima collezione di Luisa Beccaria che porta sulla passerella una donna sognatrice, in pieno stile con l’animo della maison, proiettata, questa volta, verso mete esotiche e illuminate da un sole abbacinante. Long dress freschi e leggeri a macro balze, in cotone bianco, mossi da ruches sulle spalle, le maniche e il décolléte, che un po’ hanno il sapore di Bahia, un po’ ricordano gli abiti anni ’70. Macro fasce con maxi gala, come quelle delle donne del piccolo stato al nord del Brasile, in cotone impreziosito da trame di margherite per tenere fermi i capelli, prendisole stretti da nastri di gros grain color fragola, tuniche in pizzo sangallo bianco o rosa shocking, leggerissimi abiti di chiffon e organza, piccole tuniche azzurro polvere e vestiti a balze plissé in tre sfumatura di rosa, si alternano sulla passerella rievocando immagini che ricordano caldi estate tropicali.
Un po’ le spiagge di St. Tropez, un po’ quelle della California. Un po’ rosso acceso e fucsia, un po’ verde smeraldo e blu cobalto. La donna immaginata da Normaluisa per la primavera estate 2013 è ispirata alle canzoni di Brigitte Bardot. Ad una in particolare “Coquillages et crustacés”. Una ventata di leggerezza e spensieratezza, condita da una sensualità maliziosa, che trova in donne del calibro di Barbara Hutton, Dusty Springfield e Dionne Warwick, e nel loro lavoro, grandi muse ispiratrici. Abiti destrutturati e fluidi ed insieme costruiti ed elaborati si alternano a pantaloni pijama in tessuto damascato o in stampa paisley, camicie iperfemminili ricoperte di ruches e jais, blazer a righe che invertono la posizione e la misura dei revers.
Deponete tacchi e stiletti, cari fashionisti, il circo della moda ha chiuso i battenti e ripiegato il tendone. Utilizzate il tempo rimanente da qui alla prossima Fashion Week per curarvi le vesciche causate dalla décolléte assassina.
Pinella PETRONIO