Viviamo in una società in cui le donne fanno ancora fatica a trovare il loro spazio. Di passi avanti fortunatamente ne sono stati fatti. Eppure esiste ancora un forte pregiudizio. Un pregiudizio che porta chi fa i colloqui a guardare le mandi di una donna per vedere se porta al dito una fede o un anello di fidanzamento, che porta a guardare l’età. Perché una donna, se ha più di 30 anni, è sposata o fidanzata, potrebbe avere voglia di diventare madre e questo per l’azienda significherebbe perdita di denaro e obbligo di assunzione, per via della maternità, di un’altra persona. No, meglio un uomo…
Nella moda, invece, le cose stanno – sotto certi punti di vista – diversamente. Non vogliamo dire che il giochetto delle mani non lo facciano anche nell’azienda del fashion, sarebbe sciocco e ipocrita. Ma è indubbio che, se proviamo a pensarci su un attimo, che ci sono moltissime donne ai posti di comando. Pensiamo all’editoria: Anna Wintour e Franca Sozzani, rispettivamente direttrici di Vogue America e Vogue Italia, sono tra le donne più influenti al mondo. Sono loro a decidere quello che andrà o non andrà di moda, sempre loro a decretare il successo o a stroncare una collezione. Se provate, poi, a dare un’occhiata alle principali riviste patinate del settore, vi accorgerete che sono quasi sempre donne a dirigerle.
Stessa cosa accade nelle aziende di moda. Insieme ad una pletora di stilisti uomini, c’è anche una nutrita schiera di donne alla direzione creativa delle maison più affermate. Basti pensare che Miuccia Prada: negli anni della sua gestione, alla direzione creativa del marchio, Prada è diventato tra le maison in assoluto più iconiche e potenti del mondo. Tra le altre cose, la Sign.ra Prada in Bertelli, è stata inserita nella classifica, stilata da Forbes, tra le 172 donne più ricche al mondo, unica italiana a comparire al 102esimo posto.
Ma nel mondo della vita reale, quello delle donne comuni, purtroppo non è sempre così e, complici retaggi antichi quanto il mondo, a parità di talento, ai posti di comando e non solo, si continua a preferire un uomo. Sono passati decenni dal periodo delle lotte femministe per l’emancipazione della donna, è ancora oggi ci ritroviamo ancora qui a parlarne. Quanti altri anni dovranno ancora passare?
Pinella PETRONIO