Sempre più spesso la società in cui viviamo ci propone esempi di uomini e donne che riescono a far carriera in maniera semplice, veloce e indolore senza mai doversi sporcare le mani. O, almeno, mai in senso letterale. Alessandra Moschillo, a capo insieme al padre dell’omonima azienda di cui fa parte anche la maison di moda Richmond, è una che, invece, nonostante avesse la possibilità di arrivare subito in alto, le mani se le è sporcata. Di lavoro. Lungi dall’essere una figlia di, Alessandra ha cominciato dal basso, servendo caffè nell’azienda del padre, Saverio Moschillo, e ricoprendo il ruolo di centralinista. Alessandra è una donna che sa cosa significhi fare la gavetta. E oggi che è riuscita ad arrivare in alto si gode i frutti del suo meritato successo.
Una grande famiglia alle spalle, sarebbe potuta essere “una figlia di”, eppure Alessandra ha fatto la gavetta…
La gavetta vera! Dopo dieci anni di danza classica, ad un certo punto della mia vita, ho deciso di seguire la strada di mio padre perché il dna della moda mi apparteneva. Ho cominciato dalle cose più piccole e più umili, facevo il centralino, preparavo i caffè… Tutte queste cose mi sono servite per essere a capo insieme a mio padre di questa nostra azienda, quasi un impero, creato con tanti sacrifici. Non sono mai stata e non mi sento la figlia di.
Che cosa consiglia alle giovani donne che vogliono intraprendere una carriera imprenditoriale?
Di avere tanta umiltà, di non pretendere di arrivare ai famosi piani alti, senza partire dalle basi, senza conoscere il sacrificio e l’impegno. A partire insomma da quella gavetta che serve nella vita. E di credere tanto in se stessa, senza farsi condizionare dal mondo esterno, da esempi che si vedono spesso nella nostra società, di uomini e donne che fanno carriera, per così dire, velocemente.
Per Richmond quanto è importante il Made In Italy?
Non è importante, è importantissimo. Il Made in Italy è alla base, altrimenti non si va da nessuna parte perché la moda è fatta in Italia. Magari è creata a Londra, si può rivedere a Parigi, ma in Italia è prodotta al 100%.
La crisi finanziaria che ha coinvolto anche l’azienda moda, vi ha toccato in qualche modo?
Beh, assolutamente sì, anche perché è stata una crisi globale che non ha toccato soltanto il mondo della moda. Però si deve andare avanti e si deve investire ancora di più soprattutto in questi momenti critici, per potere raccogliere dei risultati. A livello aziendale va seguito tutto un iter particolare e specifico per non tornare indietro ed andare avanti.
Cosa sperate per il 2014?
Noi speriamo di raccogliere ciò che abbiamo seminato e che quei segnali di ripresa che abbiamo visto durante l’anno che si è appena concluso si facciano sempre più forti. Noi abbiamo un mercato estero che risponde molto bene, rispetto all’Italia, alla moda, un mercato che ama il Made in Italy e che ci segue con dedizione. Vari mercati come la Cina, l’est Europa, Corea… se non ci fossero loro si farebbe ancora più fatica.
L’origine della sua famiglia è campana. Che tipo di legame c’è con quella regione tanto difficile e meravigliosa?
Noi siamo di origini irpine e il legame con la nostra terra non è forte, è fortissimo. Abbiamo una villa bellissima che ha costruito mio padre e la nostra sede di Capri. Quindi, appena possiamo, torniamo alle origini, scappiamo in questi luoghi meravigliosi, dove la qualità della vita è completamente diversa e lo stile di vita è molto più rilassato rispetto a quello della frenetica Milano.
Quale tra le due realtà di vita le appartiene Mayrmente?
Direi 50 e 50, anche perché sono sempre concentrata sul lavoro, ma quando posso scappo a rilassarmi in quel paradiso che è la Campania.
Pinella PETRONIO