di Enrico MASSERINI e Davide MAPELLI
Odio dare suggerimenti sulla scelta dei segnatempo: in un certo senso diventi responsabile del gradimento successivo della persona interessata e, inevitabilmente il mio suggerimento è “turbato” dal giudizio personale anche quando penso di esprimermi nel più imparziale dei modi. “Allora: Master Control o Master Compressor? Dimmi cosa scegliere…”. Questa domanda a bruciapelo mi è stata rivolta da un caro amico pochi giorni fa e ovviamente non ho potuto evitarla: quando sanno che “sei del settore” vogliono sempre il parere dell’esperto (!). Fortunatamente la domanda mi ha dato la possibilità di farne una risposta portando il mio interlocutore in un campo a lui più familiare: “Che auto preferisci: la BMW Serie 3 o l’X3? Come sai telaio e motori partono da una base comune ma se le guardi il risultato finale è lontano anni luce; lo stesso vale per il Master Control ed il Master Compressor di Jaeger Le Coultre che nascono dalla stessa idea di cassa, utilizzano movimenti simili ma alla fine sono due storie a sé…”.
Sono così elegantemente riuscito a svicolarmi dall’ardito dilemma lasciando il malcapitato a pensare se era meglio un orologio SUV o uno berlina… Ma, purtroppo, al destino non è facile sottrarsi, quindi oggi sono ricascato nella stessa domanda e stavolta sarà dura evitare la risposta!
La linea Master Control nasce nei primi Anni Novanta del secolo scorso (esattamente nel 1992) con lo scopo preciso da parte di Jaeger Le Coultre di affrancarsi dalla (allora) totale dipendenza nelle vendite dal mostro sacro Reverso. Al tempo il Reverso è stato rilanciato in grande stile da poco ed è l’orologio simbolo della Maison: i suoi dirigenti capiscono che è il momento di aprire nuove vie in quanto se la spinta del Reverso dovesse esaurirsi o attenuarsi sarebbero senza altri cavalli di battaglia (non prendiamo in considerazione la mitica pendola Atmos, in quanto modello da tavolo).
Non è certo impresa semplice dare un fratellino a questo vero a proprio cult e alla fine la scelta cade su un prodotto sì classico ma con potenzialità sportive: prima di tutto la forma della cassa, tonda, che sposa al meglio la tradizione di modelli della storia Jaeger, quali il Memovox, e, al contempo, consente futuri sviluppi “subacquei”. Il nuovo arrivato deve comunque garantire peculiarità tali da spianare la strada ad un successo duraturo ed ecco il movimento automatico (altra differenza col Reverso dell’epoca, solo con calibri manuali) di manifattura, il calibro 889 ad alta frequenza. Poi il pezzo da novanta: Master Control è certificato non come cronometro ma con il sigillo “1000 ore” apposto sul fondello. Cosa vuol dire? Jaeger Le Coultre garantisce che ogni singolo orologio della collezione Master Control (da cui l’ispirazione del nome) viene testato nei propri laboratori prima di essere immesso sul mercato per 1000 ore (circa 6 settimane) allo scopo di verificarne il perfetto funzionamento e la realizzazione priva di qualsiasi difetto. Per fare un paragone il COSC (Controllo Ufficiale di Cronometria Svizzera) testa gli orologi per circa 14 giorni, siamo quindi a tre volte tanto.
Il primo storico modello è un elegante segnatempo con cassa in acciaio od in oro del diametro di 37mm corredato da un cinturino in cocco. L’insieme, grazie anche al quadrante minimalista argentato, è di rara eleganza e fruibilità ma da subito fa capire che è orologio per tutti i giorni, da trattare con cura sì, ma poi neanche troppa. Il successo è immediato ed importante: Jaeger Le Coultre è riuscita ad aprire un secondo fronte nella sua produzione che ad oggi è, ovviamente assieme al Reverso, la colonna portante della Maison. A riprova di quanto detto basti pensare che il modello del ’92 è ancora presente nei cataloghi della Casa praticamente immutato a parte una piccola crescita dimensionale.
Nel tempo la famiglia Master Control è stata arricchita da innumerevoli varianti: movimento manuale, pezzi speciali limitati, cronografo, ultrapiatto, la riedizione dello svegliarino tipo Memovox, riserva di carica, doppio fuso, calendario completo, calendario perpetuo, Tourbillon.
Già, il tempo, Chronos: nel nuovo Millennio appena iniziato porta il vento degli orologi oversize sportivi e Jaeger Le Coultre intuisce che è arrivato il momento di realizzare lo step successivo della linea Master a suo tempo ideata con queste potenzialità; nasce il Master Compressor! Il primo rappresentante della nuova famiglia arriva nel 2002 ed è, neanche a dirlo, uno svegliarino che onora l’antenato degli Anni Sessanta ed introduce il sistema di chiusura delle corone (ce ne sono tre) denominato a “chiave” che sostituisce il classico sistema a vite ideato da Rolex nel 1926. Nel 2005 è il momento di un vero e proprio complicato: il Master Compressor Extreme World Chronograph. Mantenendo le linee classiche della collezione Master, l’Extreme World Chronograph aggiunge una cassa da 46mm, l’impermeabilità a 10 atmosfere garantita dalle chiavi di compressione delle guarnizioni per corona e pulsanti (da cui il nome della collezione) ed un’innovativa cassa in titanio ed acciaio con due peculiarità: un sofisticato sistema ammortizzante per garantire un’estrema resistenza agli urti ed il cambio rapido del cinturino mediante pulsante di sblocco che sarà poi ereditato da altri modelli. Non dimentichiamo infine il movimento cronografico di manifattura ad alta frequenza dotato anche di indicazione delle ore del mondo e delle singolari affissioni sui quadrantini per i secondi continui e le ore cronografiche, privi delle classiche lancette sostituite da due dischi rotanti: nel primo metà bianco e metà rosso e nel secondo nero con un indice a freccia bianco.
Anche la collezione Master Compressor in dieci anni di vita ha dato il là ad una serie di modelli basati sulle tipologie già indicate per il Master Control. Degne di nota sono due collezioni speciali veramente estreme: una è la Master Compressor Diving Navy Seal sviluppata con la consulenza del mitico corpo speciale americano che punta sull’incredibile resistenza subacquea (fino a 1000 metri per alcuni modelli), sul titanio e, più in generale, sulla capacità di sopportare ogni genere di strapazzo; l’altra è la Master Compressor Extreme Lab che esplora nuovi orizzonti nel campo dei materiali sia per la cassa che per i movimenti e presenta un design decisamente da “laboratorio”.
Master Control e Master Compressor: volete ancora una risposta in merito a chi vince o quale sia il migliore tra i due? Vince innanzitutto Jaeger Le Coultre che attraverso questa diversificazione in due stadi ha garantito un futuro a lungo termine e di sicuro successo a se stessa, vince poi l’appassionato che ha a disposizione queste vere e proprie “chicche” di tecnica orologiera. Il migliore? Qua mi sono già espresso: volete un SUV di lusso o preferite una berlina lussuosa? Togliete ruote e telaio e montate cinturino e cassa, rimuovete il motore ed installate il movimento e poi guardate il risultato: se vedete un SUV ad ingranaggi allora Master Compressor, se scorgete una berlina ad ingranaggi allora Master Control… Per questa volta: la prossima sarà l’opposto!