La prima bicicletta. Ricordo d’infanzia, come le bici che sfrecciano verso il cielo nella scena indimenticabile di “E.T.”, oggetto mitico, come quella posseduta da Antony Quinn ne “La strada” di Fellini, simbolo di un’intera generazione, come in “Ladri di Biciclette”.
Sono partiti proprio dai ricordi dell’infanzia e da un cumulo di biciclette ammassatte in un vecchio negozio, ormai chiuso da anni, gli ideatori di Italia Veloce. Una linea di biciclette che prende ispirazione dal movimento futurista di Marinetti, Balla e Boccioni e che affonda le proprie radici nell’artigianalità made in Italy.
Ogni bicicletta è realizzata a mano, presso l’atelier di Parma, da sapienti artigiani, ed estremamente curata in ogni minimo dettaglio. Dal manubrio “Freccia”, che esalta il concetto di velocità, per un prodotto ‘sempre in movimento’ – biciclette uniche nella continuità dello spazio -, al rigore estetico, fino alle scelte cromatiche. Ogni bicicletta si trasforma in un oggetto di design, ma prima ancora in un valido strumento per una vita ad “impatto zero”, che strizza l’occhio anche allo stile e diventa “eco-chic”.
Italia Veloce presenta quattro diversi modelli. La “Magnifica”, realizzata a mano con tubazioni Columbus, può essere con guarnitura d’epoca, dal 1950 agli anni 70’. La forcella a doppia spalla sovrapposta, ad esempio, prende spunto da quelle utilizzate su pista negli anni ’50. Gli altri modelli si ispirano invece agli anni 30’: la “Ruggente”, l’ “Audace” e la “Ribelle”, solo per veri outsider delle due ruote.
Alessia Casiraghi