Forse un banchetto così Torino non se lo ricordava nemmeno ai tempi di Carlo Alberto.
Nell’era digitale in cui tutto si fa virtuale, anche gli inviti a cena, Antonella Bentivoglio d’Afflitto (“visionario” direttore creativo ed esperta di comunicazione e di eventi non convenzionali, con il suo The Kitchen of Fashion Mood&Cool Hunting) ha cotto a puntino oltre 3000 invitati che, gratuitamente, stanno dicendo Sì al suo flash mob d’estate, dalla modalità moderna e contemporanea. E per una volta, andare in bianco ad una cena non sarà un motivo di insuccesso… anzi!
L’idea, lanciata in rete con luogo e invitati in gran segreto, sta dando forma ad una cena a sorpresa last minute nel classico “ognuno porta qualcosa”.
Un appuntamento estemporaneo, ora e luogo vengono riferiti solo qualche giorno prima, ma dall’etichetta inflessibile: dress code in elegante total white; si portano sedie e tavolino pieghevoli rigorosamente bianchi con vivande al seguito, tovaglia bianca NON di carta, piatti e bicchieri per apparecchiare, desinare con gli amici o con chi si vuole, sparecchiare esattamente come a casa propria, senza lasciare una briciola in giro. Quindi, all’ora stabilita, il convivio si scioglie e la Piazza ripiomba nel silenzio della notte torinese.
Le regole sono semplici e tutti sono invitati, grandi e piccini, per un momento di condivisione che non ha nessuno scopo di lucro.
L’obiettivo è quello di promuovere l’idea di un evento per Torino gratuita, senza fondi nè budget, della e per la città e per i torinesi “che riportasse all’atmosfera del giocare in cortile, dello stare insieme per strada come nei vecchi paesi dove ancora le feste patronali e il mangiare insieme alle sagre tiene unite le persone e sancisce lo spirito dell’amicizia quella vera” – spiega l’organizzatrice, che mira a tornare al concetto “sano” di piazza, agorà, in un momento in cui l’unico vero forum è quello globale che si accende sul pc senza alcuna empatia, “in questo momento in cui tutto sembra crollare (forse sarebbe più normale pensare un black party e invece noo ! Dobbiamo tirare fuori la nostra italianitè e la nostra creatività, essere uniti e stare insieme a tavola sarà un momento incantevole e suggestivo dove il palcoscenico meraviglioso della nostra città sarà la cornice)” – prosegue entusiasta Antonella.
Il target? Non necessariamente giovane e assolutamente non a pagamento.
Se i flash mob, tradizionalmente, sono occasioni estemporanee solo per giovanissimi, a pagamento, per sentirsi parte di un gruppo e solo quando si viene selezionati; qui la dinamica è più concreta e trasversale rispetto ai White Dinner di New York o ai Diner en Blanc di Montreal e Parigi.
“Gli eventi Bianchi nel mondo sono un turismo diffuso, per cui volevo ci fosse, per Torino, un suo evento speciale: volevo regalare a Torino una cartolina magica di una serata tutti insieme” – ci spiega.
A Torino, il flash mob è una novità prima, assoluta, dal sapore internazionale, tutta dedicata alle persone che vogliono stare bene, come a casa propria, godendo “del senso di grazia dello stare a tavola insieme” – ci confessa al telefono – “Questo è il senso dell’italianitè, del tornare ad essere ospiti e protagonisti della città”.
D’altra parte, siamo o non siamo in Italia, il Paese dei campanili, delle piazze, delle contrade e della municipalità, delle bandiere dei guelfi e dei ghibellini, del mercato e della buona cucina?! “Ho promosso l’idea perché pensavo ai Paesi dello Stivale dove la tavola e la strada uniscono le persone nel rispetto dei valori e delle tradizioni. Un regalo alla città dalla città e della città da parte dei suoi inquilini (i Torinesi)”.
Questo, a conti fatti, è un ritorno alle origini; è un’occasione per raccontare e quindi sperare che venga diffuso anche viralmente, un nuovo modo (archetipico, sì, ma nuovo perché ce lo siamo scordato), di vivere “La” città ed i reciproci spazi comuni, rispettando regole, divenendo tutti protagonisti di una scena.
A cosa mira Antonella? “Ecco cosa ho in testa, che i torinesi – e tutti coloro dei dintorni che vorranno essere a Torino quella sera – diventino loro stessi “attori” dell’ evento , creando loro stessi uno spettacolo fatto dalla loro energia creativa, aggregazione, condivisione a tavola, tutti insieme, grandi e piccoli, in un’atmosfera un po’ felliniana dove la strada, l’incontro, la cucina, la tavola, la solidarietà sono valori importantissimi”.
Valori come quelli di cui, naturalmente, è portatore il colore bianco: “neutro, elegante, tira fuori le persone vere, la loro anima, l’essenza delle persone e della città che mi ha ispirata nel volerlo fortemente a Torino”.
Ma non di soli torinesi sarà fatta questa occasione: ad oggi, nel suo oceano di adesioni, ci sono stati anche romani, fiorentini, svizzeri “che premono per sapere la data dell’evento per organizzarsi con il treno”, ci racconta ridendo e prosegue: “La gente ha aderito perché è una cosa semplice ma elegante e divertente. Perché è segreta e a sorpresa. Perché è un modo intelligente e sano di essere noi stessi, uno spettacolo seduti a tavola”.
E gli attori di questa primissima cena in bianco all’italiana andranno dai liberi professionisti ai giornalisti, dagli impiegati, alle persone delle istituzioni, fino ai politici e le famiglie, con amici e figli oppure gruppi di colleghi, ragazzi, dai giovani industriali a gruppi di aitanti giovani viveur. Sono moltissime le tipologie… Esserci?
Per entrare a far parte di questo felliniano circo dell’alta italianità – in senso buono e goloso, si intende – è sufficiente che ogni candidato partecipante invii una mail a [email protected] così da ricevere gli indizi. Infatti, non bastano “i like” sulla pagina del gruppo Facebook Cena in Bianco Torino. L’adesione è necessaria e indispensabile per poter definire quanti saremo, la data, il luogo esatto (una piazza? Più piazze? Un parco? I portici.. Chissà !) Dove? Quando? Segreta fino all’ultimo e svelata solo da un giro di mail e sms a tutti gli iscritti.
Ad oggi, i primi risultati sono stati incoraggianti: “in meno di una settimana dall’inizio della campagna di sponsorizzazione ho ricevuto oltre 3000 richieste formali di partecipazione, è meravigliosa la voglia che hanno di pubblicizzare l’iniziativa i torinesi tramite il passaparola. Mi piace vedere una Torino così appassionata, che forse a parte il calcio e le Olimpiadi mancava da tempo” – chiude la gourmand.
Non solo gianduiotti e nocciole: Torino si veste di contemporaneità. Chissà quando verrà svelata la sopresa…
Paola PERFETTI