Abbiamo iniziato la settimana parlando di lei, e non potevamo chiuderla in altro modo.
Ci eravamo lasciati con la domanda: “Come vede Laura Biagiotti il futuro?”.
Sono “ottimista come sempre sul futuro. La moda è la nostra golden share” – ha dichiarato la stilista durante la Settimana della Moda dello scorso anno. E come non dovrebbe esserlo lei, con la sua griffe che va forte all’estero, soprattutto nel mercato asiatico e americano!?
Oltreoceano la casa di moda della Capitale si imposta soprattutto con la linea Laura Biagiotti Roma, la cui licenza di produzione e distribuzione è di proprietà della Swinger International di Bussolengo, azienda veronese da 110 miliardi di fatturato, di proprietà di Mathias e Dino Facchini, già licenziataria di Rocco Barocco Jeans, Emanuel Ungaro Fever, Fendi e Fendissime.
Ma Biagiotti non è solo moda, è anche sport.
Da sempre la maison – che prossimamente lancerà anche una linea di orologi – ha un forte legame con i grandi campioni italiani.
Prima tra gli stilisti ad accogliere atleti sulla passerella (come dimenticare la sfilata del 2000 con i grandi delle Olimpiadi di Sydney avvolti in passerella in un tricolore in cashmere), agli stessi protagonisti – testimonial del brand: Massimiliano Rosolino, Francesca Schiavone, Federica Pellegrini e Mario Cipollini (ma non solo) scelti per rinnovare la sinergia tra due settori simbolo dell’eccellenza italiana.
Prima stilista a investire nel golf inaugurando nel 1991 il Marco Simone Golf, uno dei più bei campi italiani alle porte di Roma, Laura Biagiotti sa quanto la moda e l’arte siano importanti l’uno per l’altro.
A ciò si deve la partecipazione attiva del brand nel February 2007 insieme all’allora Ministro per i Beni e le Attività Culturali Francesco Rutelli e al Presidente di Procter&Gamble Italia Vito Varvaro nel dare il via ai lavori di Restauro delle Fontane di Piazza Farnese a Roma, realizzati con il contributo di Laura Biagiotti Parfums (23 creazioni in tutto).
Presidente del Comitato Leonardo, Laura Biagiotti è stata la prima stilista a ricevere il Prix Femmes D’Europe per aver contribuito a promuovere la partecipazione delle donne allo sviluppo dell’unificazione europea, la prima ad aver redatto un capitolo sull’Enciclopedia Treccani raccontando il made in Italy nel Book of the Year 2004.
Forse abbiamo finito. Un lungo articolo? Forse insufficiente per una vita fatta di primati, di grandi eventi e grandi numeri. Un successo dietro l’altro che dopo quasi cinquant’anni continua a fare la storia del nostro Paese.
Giulia DONDONI