Tutto comincia nel 2008, quando il controverso artista Marc Quinn realizza una scultura molto particolare. Ve la ricordate? Si trattava di un’icona della modella Kate Moss in posizione yoga, elastica, secondo alcuni bellissima, molto “dea Kalì”.
La particolarità di questo oggetto? Venne subito affidato al British Museum di Londra, ed era, anzi è, in oro massiccio. In sostanza, ben 50 kg d’oro che immortalano la Moss come moderna Venere e musa, capace d’ispirare l’arte.
Ai tempi, la scultura fece parlare moltissimo di se: battezzata Microcosmo Siren dal suo autore Quinn, attirò l’attenzione di tutta l’Europa e della stampa per i materiali preziosi utilizzati, un oMay a Lei che era simbolo della moda e del consumismo.
Tre anni e molti dibattiti dopo, quella statua riacquista la sua fama con una notizia recente: è stata messa all’asta. E se pensate che nessuno l’abbia acquistata siete del tutto fuori strada.
Microcosmo Kate Moss Siren è stata infatti combattuta e “vinta” in cambio del modico prezzo di 908.245 dollari, pari a quasi un milione di sterline (ma sempre inferiore al valore iniziale di un milione e mezzo). Chi se l’è aggiudicato è un asiatico, il quale ha lottato al telefono, attratto, dice, più dal valore e dal fatto che la scultura fosse interamente in oro, che dalla posizione yoga nella quale la Moss è stata immortalata.
Simbolo – opinabile -dell’ideale di bellezza moderno, la scultura della Moss è ormai un ricordo lontano per gli Europei che per tornare ad ammirarla dovranno fare un bel viaggetto fino in Asia, dove si trova nelle mani del nuovo fortunato padrone lasciandosi alle spalle una lunga esposizione al British, al quale, in compenso, andranno i ricavati.
La domanda dunque si pone: chi avrà davvero fatto “il colpaccio”?!
Caterina Damiano