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La Perla passa a Fastweb e non mette il costume

Giugno 4, 2013 by Redazione Lascia un commento

La Perla all'asta

Tutto rimandato ad oggi, 4 giugno, per l’affare La Perla. Nei giorni scorsi sembrava fatta, ed invece i giochi sono saltati a causa di un terzo incomodo.

Come era accaduto qualche settimana fa per Richard Ginori “salvato” da Gucci, anche per La Perla si stava profilando all’orizzonte un salvataggio “all’italiana” da parte di Calzedonia. Peccato che sul più bello sia stata depositata al Tribunale di Bologna un’offerta di 100 milioni di euro da parte del fondo lussemburghese SMS Finance SA di Silvio Scaglia, fondatore di Fastweb.

Il gruppo veronese, che fino ad un attimo prima era l’unico potenziale compratore, non ha potuto fare nulla di fronte ad un gesto simile, che, per importo, è di poco sotto all’intero fatturato annuo della società (pari a 107 milioni e vale il doppio di quanto ha pagato nel 2007 il fondo americano Jh Partners).

L’accordo raggiunto nei giorni precedenti all’udienza tra Calzedonia e i sindacati prevedeva: un’offerta di 70 milioni di euro, la creazione di una newco in grado di riassorbire 437 dei 599 dipendenti bolognesi, la cassa integrazione di un anno per i 149 lavoratori rimanenti e l’incentivo all’esodo. Nonostante i termini di questa intesa piacessero a tutti in queste ore il colpo di scena.

Dopo un’asta all’ultimo martelletto, la holding di Silvio Scaglia si è aggiudicata il marchio bolognese della lingerie di lusso per 69 milioni di euro strappandola a Calzedonia e a Delta Galil Industries.

All’uscita dal tribunale di Bologna, l’imprenditore Silvio Scaglia, ribadendo il suo intento a tutelare i dipendenti de La Perla, ha commentato: “Dopo Omnitel e Fastweb, io mi impegno in prima persona su La Perla“. Delusione invece per Sandro Veronesi di Calzedonia: “Dalla padella degli americani alla brace di Scaglia . PoveraPerla. Mi dispiace per i dipendenti, che devo dire si sono fatti vivi in tanti per chiedere di sostenerli“.

Trattandosi di un marchio di intimo, non si risentiranno se qualcuno penserà che sono rimasti in mutande.

Paola PERFETTI

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