Dolce&Gabbana è la maison della moda italiana che ha i più alti requisiti in un’ottica di possibile quotazione in Borsa pensando ad un orizzonte temporale che va dai 3 ai 5 anni.
E’ quanto riporta una ricerca realizzata da Pambianco, che assegna un punteggio elevato, sempre in termini di quotabilità, anche a Giorgio Armani.
La società di consulenza ha esaminato diversi settori: l’abbigliamento, le calzature, la pelletteria, la cosmetica, l’occhialeria e ha stilato un elenco di top 50.
Al top della lista è presente, Dolce&Gabbana, con 74,6 punti, quindi Giorgio Armani (72), Calzedonia (70,4), Only The Brave, cioè Diesel con (68) e via discorrendo.
“Sempre più società italiane della moda stanno valutando l’opzione Borsa, per poter supportare la forte crescita che il settore sta sperimentando” sottolinea Raffaele Jerusalmi nell’introduzione alla ricerca l’AD di Borsa italiana, che spiega come “i fabbisogni finanziari delle aziende di moda e lusso sono molteplici: devono sostenere ingenti investimenti nel retail, supportarli con adeguate strategie di marketing e comunicazione, nonchè preservare e rafforzare l’immagine del marchio, che rimane l’asset principale“.
“Dopo le storie di successo di Yoox Group, Tod’s, Luxottica, abbiamo recentemente assistito – ricorda Jerusalmi – all’Ipo di Salvatore Ferragamo, che ha coronato la prima giornata di scambi con un rialzo del 10,5% e che ha ricevuto una domanda pari a 3,6 volte l’offerta, domanda diversificata in quanto coperta per un terzo da investitori europei, per un terzo da americani e per il resto da Regno Unito e Asia“.
Molteplici gli elementi presi in considerazione da Pambianco :il fatturato (superiore ai 40mln di euro);la crescita del fatturato (2010 sul 2007) superiore al 10% e l’Ebitda % medio degli ultimi anni (2010-9-8) superiore all’8%; l’incremento del fatturato modesto (anche negativo) ma Ebitda %medio o superiore al 15%; Ebitda % medio modesto (comunque superiore al 6%), ma incremento del fatturato superiore al 20% e incremento fatturato ed Ebitda modesto (anche negativo), ma marchio forte.
A ciascun fattore è stato attribuito un peso, in base della sua importanza per la quotabilità e a ciascuna azienda è stato poi assegnato un punteggio, in una scala da 1 a 10. Infine i punteggi ottenuti su ciascun fattore sono stati moltiplicati per il peso del fattore stesso.
Attendiamo quindi l’importante marchio quotato in borsa!
Alessandra Gilardi