Quando si parla di vini italiani, si pensa al Barolo, all’Amarone, al Traminer o al Chianti, difficilmente si pensa al Lambrusco. Celebrato da Luciano Ligabue in una sua canzone, in cui sosteneva di berlo come accompagnamento ai pop corn, e completamente dimenticato dagli esperti di vino e dagli appassionati, che lo vedono, probabilmente, come un vino da osteria. A fronte di tanto oblio è arrivato oggi, per il vino romagnolo, il momento della riscossa.
Il salto di qualità è avvenuto grazie a Giancarlo Aneri, produttore di eccellenze come il prosecco, vini bianchi del Trentino e di un eccellente Amarone, grande appassionato di Lambrusco, che ha allargato la sua produzione vitivinicola con 4 ettari di vigna a Sorbara, in Emilia Romagna, terra natia del vino frizzante, grazie a cui produce 15.000 bottiglie di vino che ha cercato di rendere meno ruspante, più chiaro e trasparente.
Il Lambrusco di Giancarlo Aneri ha particolarmente colpito chef ed esperti di vino che hanno preso ad utilizzarlo nei loro rinomatissimi ristoranti. Carlo Cracco, ad esempio, ha cominciato a servirlo per accompagnare formaggi molto saporiti, Gordon Ramsay, chef del Forte Viallage in Sardegna a Santa Margherita di Pula, lo serve con il fritto misto, al Twiga di Briatore, a Forte dei Marmi, viene servito al posto della birra per accompagnare la pizza.
Franco Mazzei, infine, chef calabrese emigrato a Londra, dove gestisce la cucina del ristorante L’Anima di Shoreditch, ha addirittura voluto realizzare un cocktail che avesse il vino romagnolo come ingrediente principale, mixato al Bacardi: l’Anerigrace.
Pinella PETRONIO