Visti e rivisti. Ma anche fatti e rifatti. Chissà quale espressione di sorpresa si sarà dipinta sul volto degli uomini e delle donne di Louis Vuitton quando hanno visto sfilare a Parigi la collezione autunno inverno 2013 2014 disegnata da Miuccia Prada per Miu Miu. La stessa sicuramente che si è stampata sul volto di tante appassionate del marchio di moda milanese che da sempre inneggiano alla creatività pura di Miuccia, al suo genio avanguardista. L’unico, a sentire molti, vero genio della moda italiana. Ché gli altri sono tutti “volgavi imitatovi e millantatovi di una creatività che non possiedono“.
Che ci fa l’Alma di Louis Vuitton in mano alle modelle di Miu Miu? Ve lo siete chieste tutte, dite la verità. I discepoli della Miuccia nazionale diranno che “No, non scherziamo. Non c’entra nulla con l’Alma. È nettamente più trapezoidale, non è rigida come quella di Vuitton ed è molto, ma molto più grande. Il genio si vede anche nel modo in cui reinterpreta un modello tradizionale”.
Modello tradizionale pensato e reso icona da altri, vien da dire. Capita a tutti, non c’è niente di male nell’ammetterlo. Del resto anche Giacomo Leopardi nella sua illustre carriera di letterato ha avuto anche il suo blocco dello scrittore. Una piccola défaillance non mette certamente in discussione la creatività di un’artista come Miuccia. Ma in una collezione come quella che abbiamo visto sfilare a Parigi, in occasione della Fashion Week, che si propone di essere, ed è, volutamente fuori dal coro, che si pone come emblema dell’anti-tendenza, quella scopiazzatura dell’iconica borsa di Vuitton, ci sembra un ossimoro, un controsenso fin troppo evidente, una sbavatura che, forse, da altri ci saremmo aspettati, da lei meno.
Capita, c’è poco da dire. Chissà cosa ne pensano in quel di Louis Vuitton…
Pinella PETRONIO
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