Lapo Elkann uomo di stile dell’anno. Ma va’ in Cina! Come dicono a Milano. E invece è vero.
Lapo Elkann è l’uomo più elegante dell’anno. Lo dicono i cinesi della rivista GQ. Ed i commenti si sprecano, soprattutto in un bacino povero di veri filtri qual è la rete.
“Lapo, i cinesi ti amano, ti paghiamo il biglietto?”; oppure “Che cosa potevamo aspettarci dai cinesi?”… ma , andiamo! Quella del Sol Levante è la nuova terra di conquista dei mercati internazionali: tutti i brand del lusso o che mirino a rimpinguare il proprio fatturato lo sanno bene.
E bene lo sa di certo un uomo attento ai trend ed alle tendenze, di ogni genere esse siano, come Lapo. Elkann ci ha pure scelto la fidanzata…
Ah, Lapo: un concentrato di eleganza mescolata ad una sana dose di eccentricità. Perché sei tu Lapo? Poi riflettiamo: è una questione di DNA. E’ inutile cercare storie: sarà pure il rampollo di casa Fiat, ma rimane il nipote-dandy-spiccicato dell’Avvocato Gianni Agnelli, e Lapo non si è fermato all’orologio sul polsino.
Lui una ne pensa e cento ne fa, e tutte fanno parlare di sé grazie alla sua ormai proverbiale capacità di stupire ed essere glamour anche nelle versioni più bizzarre.
Lapo con occhialoni e cappello rosa fluo più shock che chic.
Lapo in camicia e pantofole. Le slippers, in principio, furono sdoganate da lui e Briatore, ipsi dixerunt.
Lapo total Puffo azzurro bietolone oppure interamente camouflage come la sua Maserati. Perché lui il tocco del maestro lo dà anche ai suoi amori: le donne e le auto carenate. Ricordate la storia del SUV che non dà per niente nell’occhio (si fa per dire), nemmeno quando lo si ritrova parcheggiato sui binari del tram di Milano!?
Bene, tutte si possono dire su Lapo, anche che sia un anti eroe dei tempi moderni, un vizioso dai vizietti. Ma una cosa è certa: da quando certe situazioni “trans” nazionali sono successe a lui, a ruota sono venuti tutti.
E tutti, nel mondo, se devono identificare un giovane rampollo del made in Italy pensano a lui quale incorreggibile portabandiera del lifestyle italiano, seppur declinato in una versione un po’ decadente – i dandy, per antonomasia, lo sono.
Perché Lapo è un portatore sano di Dolce Vita post moderna, e dunque, non è di certo un caso se Vogue America (2007), Vanity Fair US (2008), il New York Times e Newsweek lo hanno eletto anno dopo anno uomo più elegante del pianeta o uno dei nomi al top della Hall of Fame dei Best Dressed Men.
Anche Vanity Fair Spagna, per la seconda volta, lo ha inserito nel novero delle celebrità meglio vestite, alla faccia di Tom Ford o del principe Filippo d’Inghilterra…
Siate dello stesso parere oppure no, non c’è nessuno, nel mondo, che non conosca il suo nome e non lo colleghi immediatamente ai look da lui scelti in diverse situazioni.
Possiamo pure dire che non esista persona che non gli renda atto di una dote comunicativa fuori dal comune, capace di rompere e far accettare in men che non si dica qualsiasi tabù. Anche dell’apparire.
Per Lapo, infatti, solo completi firmati Caraceni che sembrano cuciti addosso: a volte, non pare la maschera di uno Stenterello inamidato?
Per Lapo, immancabili tocchi di stile con una smisurata attenzione verso il dettaglio con cui neanche la più femmina delle femmine riuscirebbe a competere: occhialoni e cappelli sono in prima linea, spesso italianissimi e quasi sempre firmati Borsalino.
A Lapo, poi, va di sicuro il merito di aver sdoganato il jeans sulla giacca doppiopetto a revers, ma forse il total white di certi Red Carpet sarebbe stato meglio lasciarlo alla versione marinierè-a bordo dello yacht Dionea. Insomma eccentrico più che elegante: uomini e donne, non bisogna stupirsi se solo una anno fa l’Innovation & Design Awards della rivista Condè Nast Traveller lo omaggiava del premio più ambito per chi ama creatività ed esibizionismo.
Oggi è il turno del GQ edizione cinese che riconosce al “piccolo” di casa Agnelli un merito di eccellente stile e innovazione, non solo per la sua spiccata eleganza, ma anche perché “Elkann è in qualche modo riuscito a riabilitare l’immagine della Fiat comprendendo l’importanza della strategia e della comunicazione”. Per la rivista, poi, Lapo è anche un “forte esempio di italianità e innovazione. Premiato anche per il merito di saper esportare il made in Italy all’estero”
Su questo ultimo aspetto, non c’è che dire, non possiamo che fare chapeau, tanto di cappello, purché il cappello non sia uno di questi. In questo caso ci spiace, ma una lancia non riusciamo proprio a spezzarla a suo favore.
Paola PERFETTI