Spesso gli amanti dell’arte si domandano: vale davvero la pena investire in questo mercato?
In Italia sì dato il nostro patrimonio artistico e culturale, il più ricco a livello mondiale. Se poi consideriamo che il nostro Paese non prevede tasse sul guadagno ottenuto dalla compravendita artistica e sul possesso di opere d’arte, ciò dovrebbe incentivare gli “investimenti artistici” sostituendo quelli del mattone, il settore d’investimento per eccellenza.
Secondo il critico Philippe Daverio «oggi questo non è un mercato che garantisce, come una volta, il bene rifugio in salita contro il crollo dei valori monetari, però garantisce come in passato una sua fluidità», definendo così la situazione del mercato dell’arte in questo periodo di crisi economica. «Faccio un esempio: sotto le bombe della guerra i quadri non aumentano di prezzo però si possono portar via sotto il braccio e si possono trovare degli acquirenti, magari non al prezzo che si desidera, ma un acquirente si trova, mentre uno l’appartamento sotto al braccio non lo porta e se non trova un acquirente, non lo trova», ha concluso il critico.
Se però da un lato il mercato dell’arte sembra restare fermo, dall’altro il progetto “Turismo culturale per i disabili visivi” va per la sua strada, creando una nuova iniziativa per gli ipovedenti.
L’organizzazione nata con l’obiettivo di rendere la cultura accessibile a chi purtroppo soffre di questa disabilità e finanziata dal dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei ministri e presentato dall’Unione italiana ciechi, coinvolgerà 500 ragazzi ciechi e ipovedenti in visite guidate ai poli museali e ai siti archeologici di Lazio, Toscana e Campania, il tutto a partire dal mese di settembre.
«Non musei ad hoc, come quello tattile di Ancona – fanno sapere dall’Uci – ma siti culturali aperti a tutti e che già dispongono di mezzi di fruizione delle opere d’arte anche per i non vedenti, come riproduzioni in scala ridotta di opere scultoree o dipinti in rilievo».
La bellezza artistica italiana non è purtroppo fruibile a coloro che soffrono di cecità, che non possono così ammirare colori, volti, corpi e paesaggi dei dipinti, ma neppure la grandiosità di una statua, una chiesa, un tempio o una cattedrale. A questo proposito nasce il progetto che riproduce in rilievo le opere d’arte, dando vita a dei plastici che, collocati accanto agli originali ma in formato ridotto, consentono comunque un’esperienza tattile significativa. Attraverso le mani il non vedente ripercorre con il senso del tatto le sagome dei volti e dei paesaggi raffigurati, visualizzando nella mente il quadro originario.
Dichiara Giulio Nardone, presidente dell’Associazione disabili visivi: «Se per un ipovedente o un non vedente alcune forme di cultura non presentano problemi, come la musica, Mayri difficoltà si hanno con l’arte visiva, si pensi a un quadro. Da qui l’importanza di tecnologie che oggi permettono anche a un non vedente di condurre un’esperienza tattile su una riproduzione di un monumento o su un dipinto in rilievo».
Nei 18 mesi in cui durerà il progetto i poli museali e archeologici interessati metteranno le loro strutture a disposizione di non vedenti e dei loro accompagnatori. Terminato il periodo di prova «procederemo con la somministrazione di alcuni questionari, per valutare l’efficacia e il gradimento di quest’iniziativa – fa sapere Antonio Quatraro, presidente della sede fiorentina dell’Unione italiana ciechi – e documenteremo con filmati, interviste e fotografie l’iter di questo viaggio alla (ri)scoperta dei luoghi culturali italiani».
Giulia DONDONI