di Enrico MASSERINI e Davide MAPELLI
Strana la storia a volte: Abraham-Louis Breguet, dai più considerato il padre dell’orologeria moderna, ha raggiunto fama e notorietà dopo aver lasciato la patria delle lancette (era nato a Neuchatel) per la Francia…
Siamo nella seconda metà del Diciottesimo Secolo ed il giovane maestro orologiaio svizzero naturalizzato francese stupisce il mondo con le sue creazioni: l’orologio automatico, la ripetizione minuti, lo scappamento ad ancora (detto anche Breguet), il sistema antiurto, il cronografo, il calendario perpetuo e, ovviamente, il Tourbillon! Dubbi non ve ne sono: a lui si deve l’impulso fondamentale che ha dato il via all’escalation prepotente dell’orologeria.
Ultima citazione per il grande Maestro: l’orologio per la regina Maria Antonietta, lo splendido capolavoro che né l’ideatore né la committente avrebbero mai visto, in quanto entrambi morirono prima della realizzazione finale dell’opera. Ma parlando di nomi, Breguet ha lavorato per Napoleone Bonaparte, il Talleyrand, l’imperatrice Giuseppina, Carolina Murat e lo Zar Alessandro I di Russia. La lista non si esaurisce qua ma speriamo aver dato un’idea della caratura del personaggio: per fare un paragone che potrebbe sembrare irriverente a chi non è del settore, Breguet è stato per l’orologeria quello che Galileo Galilei è stato per la scienza, ovvero un padre fondatore.
La Maison che porta il nome del Maestro è realmente difficile da inquadrare: Breguet è l’essenza dell’orologeria, si pone fuori dagli schemi classici dell’Haute da Gamme classica, non ha una reale concorrenza. Patek Philippe e Vacheron Constantin – per citare due leggende – sono Alta Orologeria, il top a cui mirare; Breguet invece è altro: è l’orologeria in versione esoterica, insomma, è fuori scala.
La produzione Breguet è limitatissima e riprende, portandole alle estreme conseguenze, le invenzioni di Abraham-Louis, assecondando un design unico che ormai vive da oltre due secoli: il quadrante Breguet, composto da una lastra d’oro massiccio argentato con decori guilloché; le lancette pomme évidée, ovvero le lancette di Breguet; la carrure cannelé e le anse piccole e rettilinee con motivo a goccia.
L’unica eccezione a questi dogmi produttivi è la collezione Type XX, nata negli Anni Cinquanta del Novecento su specifica della marina militare francese. Si tratta di un cronografo dotato della funzione retour en vol o flyback, ovvero la possibilità di fermare il cronometraggio, azzerarlo e farlo ripartire con una sola operazione: la pressione del secondo pulsante al quattro. Questo segnatempo vanta un quadrante nero con indici e lancette trattati al trizio per garantire un’ottima visibilità in condizioni difficili: l’orologio veniva usato per calcolare l’esatto intervallo di tempo tra il decollo di due velivoli successivi dal ponte delle porta aerei allo scopo di ridurlo al minimo possibile (e far si che la pattuglia intera decollasse molto rapidamente per non perdere la formazione) senza incorrere in pericolosi “effetti scia”.
La collezione Type XX è ancora una presenza forte nel catalogo attuale di Breguet e contiene anche l’ultima frontiera tecnologica: il modello Type XXII, dotato di movimento capace di 72.000 alternanze orarie (la leggenda El Primero di Zenith pulsa a 36.000, un movimento è considerato ad alta frequenza quando batte a 28.800 alternanze orarie…) che garantisce la misurazione al ventesimo di secondo e vanta la spirale al silicio per consentire al treno del tempo di sopravvivere a quelle velocità. Ovviamente il Type XXII è anche un gran bel pezzo di pregio: crono flyback dotato di doppio fuso orario, datario e misurazione delle ventiquattro ore per determinare il giorno e la notte in assenza di riferimenti astrali (leggasi all’interno di un sottomarino in missione: Ma chi si porta un orologio da quindicimila euro in un sottomarino??? ).
Per Breguet facciamo un eccezione al nostro gusto personale: non è la collezione militare (oggi diremmo sportiva…) Type XX che ci stuzzica Mayrmente, ma il lato tradizionale della Maison.
Volete dei nomi? Eccoli: il Classique Equazione del Tempo, che come dice il nome stesso, è in grado di misurare la differenza tra il tempo solare (od apparente) ed il tempo medio terrestre corretto senza l’errore visivo, col suo quadrante algido, governato da una simmetria perfetta di pieni e vuoti, le lancette che si muovono, continue o retrograde, su indicatori dalla base argentè e numeri romani. Ricordiamo quanto tempo ci abbiamo messo, circa vent’anni fa, per arrivare a comprendere come funzionava questa meraviglia… E soprattutto l’ammirazione per quelle forme così diverse da tutto il resto.
Nella linea Classique citiamo ancora il Tourbillon, vera specialità della casa, declinato in diverse varianti tutte basate sulla stessa tipologia di cassa ma con differenti affissioni della “magica gabbia”; il Grande Complication dotato di due (!) dispositivi a Tourbillon. Non possiamo non annotare il Tradition Breguet: orologio in apparenza semplicissimo, dotato di un piccolo quadrante per ore e minuti decentrato al dodici in puro stile Breguet, il resto è un’esposizione sublime del movimento (nella stessa tonalità della cassa scelta tra oro giallo o bianco) replica dei meccanismi da tasca del Diciottesimo Secolo; se guardate bene, poi, noterete ad ore dieci una lancetta retrograda che segna sulla platina i secondi…
Prima della chiusa finale accenniamo anche alla linea Marine, punto d’incontro ideale tra il classico del tempo di Abraham-Louis ed il moderno: insomma, il Breguet del Ventunesimo Secolo, come il modello Marine Royale, subacqueo a 300 metri (oddio, un Breguet da fondale!) di grandissime dimensioni in grado di deliziarvi con una suoneria meccanica per riportarvi… Alla realtà! Già, perché il mondo Breguet è una favola, un’isola di bellezza e sapienza finemente cesellata in segnatempo dal carattere unico e spirituale.
Ma se volete potete anche restare in quel mondo fiabesco: dovete solo essere abbastanza distaccati da non pensare mentre apponete la vostra firma sull’assegno con (almeno) quattro zeri che vi consegnerà il biglietto di sola andata per il paradiso della meccanica…