E’ sicuramente uno degli oggetti di design diventato di culto, tra i più cercati e battuti alle aste online, ma anche simbolo della vita di ufficio degli Anni ‘50 e ‘60.
Si tratta dell’Orologio Cifra 5, disegnato nel lontano 1955 da Gino e Nanni Valle per la Fratelli Solari di Udine, per il quale i due designer vinsero l’anno successivo il Compasso d’Oro.
Di cosa si tratta? Di certo è l’orologio da scrivania, o comodino, più famoso e, all’epoca, è stato il primo proposto con i numeri ben in vista e scanditi da palette che, ad ogni minuto, si susseguivano con un “click” diventato inconfondibile.
La prima idea di questo meccanismo basato sul sistema meccanico a palette era nata dall’estro di Remigio e Fermo Solari, ovvero i fratelli fondatori dell’omonima ditta, che già nel 1947 avevano realizzato il primo modello del mitico Cifra 5, e da subito si capì che si trattava di qualcosa di innovativo.
Non solo per scandire le ore, infatti, venne adottato questo sistema, ma anche per la timbratura dei cartellini per i lavoratori che si recavano in fabbrica e, successivamente, grazie ad un sistema di meccanismo a muro, anche per i tabelloni indicatori delle stazioni.
L’inconfondibile carattere Helvetica, mai cambiato col passare dei decenni, è ancora quello più diffuso, con il sistema a palette compreso, nonostante si sia entrati ormai da un pezzo nell’era del digitale.
E, anche quando di digitale si tratta, ecco che il Cifra 5 fa ancora capolino: il sistema Android e i suoi smartphone, infatti, propongono, per l’orologio digitale, la grafica del leggendario meccanismo a palette.
Insomma, si tratta di un vero e proprio oggetto di culto che non vuole saperne di rimanere nei musei, ma, anzi, è ancora presente nelle nostre quotidianità.
Vera MORETTI
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