Leggi la prima parte dell’intervista
Perché la sua scelta è caduta su Avirex Italia?
È successo per caso, io non conoscevo nemmeno il marchio. Quando facevo l’avvocato mi hanno mandato a Carpi per vedere se era possibile rilevare il contratto di licenza di questo marchio che si trovava in difficoltà. Mi hanno spiegato cosa fosse questo marchio. Ne ho conosciuto l’anima italiana grazie alla spiegazione di un gruppetto di 5 o 6 persone che mi hanno coinvolto e raccontato la storia e a distanza di ventidue anni, ancora tre o quattro di loro lavorano con me. Mi sono innamorato del marchio e delle persone, ed è stata una vera cotta. Allora ero amministratore delegato delle Messaggerie Musicali, insegnavo all’università: ho mollato tutto e sono entrato in azienda con 12 persone a Carpi.
A proposito di Messaggerie Musicali. Lei è un appassionato di musica, cose belle, vino… Prima di Avirex, lei ha partecipato all’apertura dello store con Elio Fiorucci in Piazza San Babila a Milano. Passioni e grandi amori della sua vita che diventano professione. Qualche aneddoto?
E questa è una grande fortuna, devo dire. Perché questo è un lusso. Fiorucci: è stato il mio primo vero lavoro nella moda. Io allora ero appena appena laureato, insegnavo all’università, mia moglie lavorava per Fiorucci e gli raccontò che ero assistente di Diritto Industriale. Lui mi fece chiamare perché aveva l’idea di aprire un negozio multimarca. All’epoca esistevano le licenze commerciali per ogni negozio, invece lui voleva fare questo megastore in cui ogni spazio fosse affittato da 42 corner: quindi ci volevano 42 licenze, 42 registrazioni di cassa. Mi chiamò per chiedermi di trovare una formula legale.
E poi?
Io mi inventai una formula composta da tre contratti: contratto estimatorio, mandato di vendita e un contratto che regolava la convivenza dei 42 corner. Questa’idea ha fatto un po’ scuola: adesso vengono da me come imprenditore per offrirmi spazi all’interno degli outlet più famosi. Il Presidente di uno di queste catene di outlet una volta mi disse: “Poi sa, noi abbiamo il ‘contratto Fiorucci’, è un po’ complesso ma magari poi ve lo chiarite…“. (ridendo, ndr). Comunque sì, ho partecipato in presa diretta all’apertura. Ricordo molto bene anche la sera prima dell’opening. Ci mancava la scala e avevamo pensato a una soluzione temporanea di ponteggi. Poi, il muro di separazione dal negozio a fianco, quello di Benetton, amico del signor Fiorucci, era stato pensato con una vetrata che consentisse una visione da uno store dall’altro. Allora Elio e io eravamo inseparabili, dovevamo collaudare la scala, essendo in centro, a San Babila, e con tantissimi visitatori previsti. Cominciammo a camminare, poi a pestare sempre di più i piedi per vedere se tenesse. Infine cominciammo a saltare ma, in quel momento, si affacciò il signor Luciano Benetton! Ecco, questa fu la sera prima. La scala tenne, tutto andò molto bene. Fu una bella esperienza.
Le Messaggerie Musicali?
Filippo Sugar e Caterina Caselli mi sono stati presentati da Elio. Caterina voleva fare una cosa analoga al megastore Fiorucci ma legata alla musica. Allora continuavo a insegnare in università. Deve sapere che la cattedra di diritto industriale si occupa di invenzioni, marchi, diritto d’autore. La stessa formula del contratto Fiorucci non si poté fare, ma visto che sono una persona molto curiosa, dissi a Caterina di voler imparare a fare, fattivamente, i contratti dei cantanti, dato che fino ad allora mi ero occupato solo dell’insegnamento astratto. Ho cominciato con i contratti dei giovani ed esordienti e poi ho imparato in fretta e ci sono stati contratti importanti, il più importante credo quello di Andrea Bocelli, ed Elisa, Gerardina Trovato…
Quindi, c’è qualcuno di questi personaggi, incontrati nelle sue esperienze precedenti o amici del “jet set” che ha pensato di portare in Avirex come testimonial? Ovvero, qual è, secondo lei, il miglior testimonial made in Italy per un prodotto USA come Avirex?
No. Io ho amicizie con gli artisti per amore della musica. Quelli che ricordo con grande simpatia e con i quali il rapporto è durato un po’ più a lungo nel tempo sono Ivano Fossati e Lorenzo Jovanotti. Ma in realtà bisogna scindere tra l’immagine dell’artista e la sua musica. In termine artistico entrambi sarebbero perfetti, ma faccio fatica a pensare in termini di immagine. Da vent’anni Avirex non è mai indossato: se ci pensa, non troverà mai una foto di Avirex con un modello. Questa è una mia scelta precisa: faccio fatica a confinare il marchio dentro a un particolare o preciso modello.
La storia di Avirex, di Belfe, e poi Cionti, Brembo e anche la Brembo Life Jacket: si parla ancora di moda associata ad un’altra sua passione, lo sport.
Anche il legame con lo sport è nato in modo casuale. Nella vita si presentano occasioni, delle opportunità. L’Ingegner Bombassei aveva in mente questo progetto da un po’ e cercava una azienda di abbigliamento capace di sviluppare questa idea che non è semplice, perché il capo è un compromesso complesso di esigenze da raggiungere tra l’estetica e la sicurezza attiva. È stato un lavoro molto interessante e che avrà una lunga vita.
Lei è stato nominato imprenditore dell’anno, presidente degli industriali tessili di Moda e ha raggiunto traguardi importanti e presto. Le chiedo, qual è, a oggi, la più grande soddisfazione, e che cosa crede ci sia ancora da raggiungere?
Questa è la domanda che ho posto anche a Bombassei, gli ho chiesto: “C’è un momento in cui uno si sente arrivato? Se mai dovesse succedere un giorno… me ne accorgerei? (ridendo, ndr)“. E lui mi ha risposto: “No, non ti succederà mai“.
Paola PERFETTI