“Non basta mostrare il tricolore per definirsi italiani“. Le parole di Marella Ferrera, stilista catanese con la Sicilia negli occhi e nel cuore, suonano tanto dure quanto vere. Troppi, all’estero, sventolano il tricolore senza il diritto di farlo. Di queste persone, Marella non è orgogliosa… di chi, invece, si rimbocca le maniche e lavora sodo, con passione e dedizione per mantenere alto il prestigio della nostra nazione, beh, sì di quelle è orgogliosa. Questo la fa sentire fiera di essere italiana.
E il lusso? Cos’è il lusso per lei? Ma, soprattutto, qual è un lusso che, in una vita dedita al lavoro, si concede? Ce ne parla in questa intervista.
Cos’è per lei il lusso?
Il lusso è una condizione. Siamo genitori di una generazione che ha subìto cambiamenti radicali. Il lusso di oggi è il miglior piatto dello chef de cousine nel locale più cool, una volta era la villa a Saint Tropez… tutto ha subìto trasformazioni. Nella moda tra i must rimane sicuramente la creazione firmata, ma non è il costo che ne decreta il suo valore, quanto la cura per il dettaglio sartoriale; ciò che fa la differenza e per cui si è disposti a spendere un po’ di più, ma con la sicurezza di avere qualità oltre che stile. Lusso è l’amore per il bello, non per ciò che “fa moda”.
Qual è un lusso che si concede?
Riuscire a ritagliare del tempo libero per la mia famiglia e per la cucina. Il mio è un lavoro che richiede costanza e dedizione. Il Museo Biscari, ribattezzato dal 2008 MF Museum&Fashion è la mia seconda casa e in alcuni periodi definirei anche la prima. Amo il mio lavoro quanto amo i miei nipoti, per questo motivo, quando posso stare con loro, lontano dai ritmi frenetici, spegnendo cellulare e abbandonando l’orologio tra i cuscini del divano… beh quello sì, è un lusso!
Cosa la fa essere orgogliosa dell’Italia quando si trova all’estero?
L’Italia ha un dovere: mantenere il proprio prestigio nel mondo. E non solo per la cucina. Ho fatto alcune scelte che mi hanno portato a dedicarmi all’Alta Moda tenendo sempre alto il livello di gusto e cura dei dettagli sartoriali. Sono orgogliosa perché comprendo gli sforzi di molti, non lo sono quando vedo che per incrementare i guadagni ci si avvalga di mezzi impropri: manodopera a basso costo e che di italiano forse ha solo lontani parenti acquisiti… non è giusto per chi lotta, per chi ha dovuto rinunciare alla propria attività e dignità. Non basta mostrare il tricolore, per definirsi italiani.
Pinella PETRONIO