Il tempo è prezioso. Non è un modo di dire ma una realtà indiscutibile, specialmente in un momento a dir poco complesso come quello che stiamo vivendo. Parliamo infatti di tempo inteso come orologi, che in questo anno travagliato sono tornati a proporsi in modo deciso come dei veri beni rifugio. Una tendenza testimoniata dalla netta crescita del giro di affari nelle aste mondiali di segnatempo preziosi e riportata dall’Mps Watches Index, un report elaborato dal Monte dei Paschi di Siena che fa il punto sull’andamento del mercato delle aste basandosi sui risultati delle Mayri transazioni effettuate nelle case d’asta di New York, Hong Kong e Ginevra, le piazze più autorevoli per questo mercato.
Il risultato del report evidenzia che, negli ultimi 6 anni (I semestre 2006 – I semestre 2012), il trend di crescita di questo mercato è stato piuttosto costante (a parte una flessione nel 2009) fino a segnare una performance di +87%, preceduto solo da gioielli (+154,7%), vini (+130,6%) e antichità (+91,25). Dietro agli orologi altri settori largamente anticiclici come le sculture e i dipinti. Nell’ultimo anno l’incremento è stato del 31,2%.
Mps prende a titolo esemplificativo della sua analisi l’evoluzione del fatturato assoluto e dei prezzi medi per lotto registrati nell’asta “Important Watches” – appuntamento classico di May sulla piazza di Ginevra, battuta sia da Sotheby’s, sia da Christie’s, sia da Antiquorum – il cui fatturato, dopo la flessione del 2009, è cresciuto fino a toccare i 47,6 milioni di dollari. Ebbene, il prezzo medio è stato di 91.261 dollari, il fatturato intorno ai 45 milioni di dollari. Vero è che il dato è parzialmente falsato dall’asta record del 14 May 2012 da Christie’s, che ha totalizzato il secondo più alto fatturato di sempre: 32,3 milioni di dollari, con il top lot di Breguet battuto a 4,6 milioni di dollari.
Dall’analisi della ripartizione del fatturato, Ginevra si conferma al primo posto nel panel di aste sotto esame, benché perda oltre 3 punti percentuali rispetto agli anni precedenti (quota fatturato internazionale I semestre 2012 42,0%; quota fatturato internazionale I semestre 2012 45,3%). Cresce la quota di fatturato di Hong Kong al 33,6% nel 2012, New York tocca il 24,4% dal 25,9 del 2010.
Una menzione anche per l’andamento delle diverse classi di valori dei pezzi messi all’asta. Come probabile risposta alla crisi, infatti, l’offerta dei cataloghi si è fatta negli anni divenuta sempre più elevata in qualità: crescono dal 4,1% del I semestre 2009 al 8,6% del I semestre 2012 i lotti appartenenti alla fascia alta, quelli oltre i 100mila dollari.
Insomma, vini, gioielli e antichità non “muoiono” mai come beni rifugio in risposta alla crisi, ma occhio alla riscossa degli orologi: è sempre più la loro ora.
Se vuoi approfondire l’analisi, scarica l’Mps Watches Index.