Ce lo chiediamo tutti da 3 giorni: ma Anna Wintour dov’è? Che fine ha fatto la temibile Regina delle Nevi, la donna che tiene in mano le chiavi dell’impero della moda? E così dopo la desaparecida Bianca Balti, un altro grande nome manca all’appello, anche se i bene informati dicono di averla avvistata a Palazzo Morando per i giovani designer emergenti, in mostra con «Who is on next?» e «Vogue talents». La direttrice di Vogue America sta dalla parte dei giovani, dunque, e al momento pare latitare alle sfilate dei grandi nomi della moda. E’ una ben precisa scelta “politica”? Ai posteri l’ardua sentenza.
Wintour o non Wintour, il festoso circo della moda prosegue portandosi dietro il solito seguito di fashionisti, che in fila per entrare sbirciano il biglietto l’uno dell’altro per vedere chi ha il sitting migliore. Gli standing, ovviamente, sono solo degli sfigati e se non vieni accreditato da Prada non sei nessuno.
Apre la terza giornata di Milano Moda Donna Moschino che già dall’invito (un caleidoscopio a righe in bianco e nero) ci suggerisce quali saranno i colori e le stampe protagonisti in passerella. Sfilano donne dai capelli cotonatissimi e raccolti in mezze code, che mostrano i colli bianchi e gli orecchini luminosi e tintinnanti. Le linee sono di ispirazione sixties, le proporzioni minimali e le stampe geometriche: cappottini lady like a strisce, tailleur bianchi profilati di nero e viceversa, abiti a trapezio, gonne cortissime, giacchini ricoperti da macro cristalli, piccoli bomber argento ed elmetti appoggiati sopra le gonfie capigliature. Dopo una processione di abiti bianco e neri, il colore. E così via ad accese cromie pop: giallo, arancione, blu e cremisi. La passerella di Moschino per la primavera estate 2013 si chiude con abiti bianchi lunghi fino alle caviglie o cortissimi, con inserti crochet, dal sapore vintage.
Il vero protagonista della sfilata di Just Cavalli, più che la collezione di abiti in sé e per sé, è Roberto Cavalli. Lui non passa i minuti prima della sfilata in backstage a dare l’ultimo tocco ai look, come gli altri stilisti, ma in mezzo al suo pubblico, twittando, facendosi fotografare insieme alla gente e abbracciando gli amici vip, giunti in processione a rendergli oMay. E’ lui la vera celebrities. Gli abiti sono tutto e il contrario di tutto, impossibile trovare un’ispirazione unitaria. Via libera ad abiti, gonne, giacche di pelle e stivali altissimi in total white, arricchiti da borchiette ton sur, tailleur e collant leggerissimi con stampe azulejos, ma anche leggeri kaftani di chiffon a stampe colorate, pantaloni che accostano animalier a stampe fiorate, senza dimenticare il pizzo leggerissimo per le bluse. Ma il look che più di tutti c’è rimasto nel cuore è quello realizzato grazie all’accostamento di maxi felpa interamente illuminata da paillettes, sagomate con fiamma ossidrica, e gonna in seta.
La natura, in tutte le sue forme più lussureggianti, è di scena in quel di Etro. Il direttore creativo del brand, Veronica Etro prende spunto da flora e fauna e disegna su kimono, sari e pantaloni di ispirazione orientale e dalle linee pulite, piccoli pappagalli, farfalle, gechi, fenicotteri e fiori esotici. Immancabili le stampe paisley, motivo caro alla maison, impresse su completi pigiama e camicie e su capi dalle linee pure e geometriche. Un inno alla leggerezza e ad una certa femminilità ricercata e unconventional, ben espressa dalle modelle che avanzano compite sulla passerella, con i capelli raccolti in code basse come samurai nipponici.
Soldatini metropolitani sfilano in ordine composto alla corte di Ennio Capasa che per C’n’C Costume National ha realizzato una collezione che sposa un animo rock e influenze militari, che si compiacciono di un’alta eccellenza sartoriale. Abiti cortissimi di pelle con inserti di satin dalle linee asimmetriche, essenzialità, geometrismo e pulizia, una voglia di minimalismo, dopo gli eccessi di una femminilità urlata. Ma anche parka in chiffon e pantaloni dal cavallo basso abbinati a piccole giacche dai tagli sartoriali. La palette di colori gioca con il bianco e il nero assoluti, concedendo spazio solo al verde. Militare ovviamente.
Protagonista della passerella di Iceberg, insieme ad una meravigliosa colonna sonora ad opera di Marcelo Burlon, è la spalla. Scoperta negli abiti che metteno in evidenza gli omeri nudi, oppure sottolineata dalle spalline alte e squadrate sotto le belle maglie a nido d’ape nei colori dell’oro, nero e bianco, o sotto le giacche strutturatissime. La processione di capi nei tre colori viene interrotta da una vera esplosione di colore (rosso, arancio, fucsia e anche verde militare) negli abiti di leggero chiffon monocromatico, abbinati a giacche militari, o plissettati con dettagli di pietre luccicanti. Paolo Gerani rispolvera gli archivi storici e reinterpreta lo stile lanciato dalla maison italiana nel 1974 e lo fa citando gli anni ’80, con il trionfo di glitter e dei tessuti in lurex sui capi per la sera.
Il terzo giorno di Milano Moda Donna si chiude con un party che celebra di uno dei più grandi miti del giornalismo di moda italiana scomparso di recente, Anna Piaggi. Pare che in quest’occasione la Wintour si sia palesata. Del resto non poteva fare a meno di riconoscere il genio di una donna che ha inventato il lavoro che schiere di ragazzine appassionate sognano di poter fare, quello di redattore moda. La giornata (campale come tutte le altre della fashion week in cui si beve troppo prosecco e si mangia troppo poco) trova una perfetta conclusione in due opening party: quello di Just Cavalli in corso Matteotti e quello di Moschino in via Sant’Andrea. Entrambi a Milano. Sobrio, elegante, raffinato e colorato, con i cocktail policromatici serviti da zelanti camerieri in livrea, il cocktail di Moschino, ospitato da un’elegantissima Rossella Jardini. Chiassoso, esagerato e sopra le righe quello di Cavalli, che ha visto la presenza di ospiti di fama internazionale, tra cui Sharon Stone, tutti alla corte di Roberto, l’uomo che ha fatto del maculato uno stile di vita.
Pinella PETRONIO