No, stavolta no. Non diremo che il circo della moda ha aperto i suoi battenti. E’ una metafora brutta, fa sembrare tutte le persone che di questo mondo fanno parte un po’ delle bestie ammaestrate (che poi in certi casi è pure vero). Non ci piace questa similitudine usata, abusata e ormai troppo scontata. Non ci piace soprattutto perché la moda non è solo un circo, anche se molti uomini e molte donne presenti alle sfilate ci provano in ogni modo a farlo diventare.
Non ci piace soprattutto se pensiamo al presidente di Camera Moda Mario Boselli e alla serietà (oltre all’entusiasmo) con cui alla conferenza per la presentazione della sei giorni di sfilate meneghine parlava di segnali di ripresa. Non ci piace soprattutto se pensiamo al grande lavoro fatto da Jane Reeve, ad di Camera Moda, che ha portato una vera ondata di freschezza in un’istituzione che rischiava di diventare stantia. Non ci piace per tutte quelle persone che non si vestono per farsi fotografare, ma per essere eleganti, per se stessi e per gli altri, cercando di fare bene il loro lavoro. Che poi – voi forse riuscirete a spiegarmelo meglio – perché le giornaliste che vanno lì a seguire le sfilate per capire le tendenze del prossimo anno, devono pensare giorni e giorni prima all’outfit da indossare? Mica sono loro a dovere sfilare.
Al di là di tutto, la Settimana della Moda Milano ha preso il via in tutto il suo splendore proprio ieri. Il calendario si è mostrato sin da subito fitto fitto di sfilate, presentazioni ed eventi. Roba che, quando torni a casa dopo una giornata come quella di ieri, con il trucco sfatto, le scarpe nella borsa (a meno che tu non sia stata tanto sprovveduta da portare con te una pochette) e i capelli rivolti in tutte le direzioni tranne che quella giusta, di fashion non c’hai più manco il mignolo del piede. L’unica cosa che agogni è togliertela quella fashion maschera, spaparanzarti sul divano e accendere la Tv per abbrutirti.
Il primo giorno della Milano Fashion Week si è aperto con il botto: nomi importanti e ospiti altrettanto importanti. Il marchio che, forse più degli altri in questa prima giornata è riuscito a portare grandi nomi in quel di Milano, è stato certamente Gucci, che ha visto sedute in prima fila a fianco della temibilissima direttrice di Vogue America Anna Wintour, niente poco di meno che Kate Moss e la principessa Charlotte Casiraghi (testimonial, tra l’altro della nuova linea make up della maison, celebrata in un party esclusivo di cui vi parleremo più avanti). Ma protagonista assoluta del fashion show è stata lei, la collezione realizzata da Frida Giannini che ha proposto in passerella una collezione dal sapore boho-chic, con capi noti agli appassionati del brand, ma anche al grande pubblico. Pesca quindi dal passato, Frida Giannini, ma rivisita ogni singolo accessorio, ogni singolo capo con un gusto del tutto personale, soprattutto nell’irriverente mix con cui vengono proposti. La donna di Gucci è sfacciata, è una donna dotata di una personalità talmente forte da non sentirsi in difetto ad usare la borsa (la Jackie, ad esempio) che aveva già nell’armadio, perché comunque sa che abbinandola al trench in camoscio, alla camicia di seta stampata, alle pellicce colorate, riuscirà ad ottenere un effetto nuovo e molto contemporaneo.
Più che una novità, ormai una grande conferma è Stella Jean, che si attesta sempre più di diritto ad entrare nel Gotha della moda che conta. Quello che colpisce della collezione – a parte le stampe coloratissimi che un po’ evocano mondi e paesi lontani, un po’ citano mondi del folkore haitiano – è il gioco di volumi che viene portato in passerella. Così a gonne fluide che scivolano in una cascata di seta stampata lungo il corpo, si alternano gonne maxi dai volumi ampi, abbinate a camicette coloratissime.
Altra grande conferma della moda italiana cosiddetta emergente è Andrea Incontri, che – fortuna sua e nostra – non ha mai ceduto alle lusinghe dell’ostentazione. Andrea è bravo perché riesce a fare parlare di sé senza portare mai in passerella una moda esagerata. Quello che mostra, Andrea, al popolo della moda assetato di creatività è la bellezza. Le bellezza di un dettaglio, la bellezza di tessuti ripiegati come fossero origami, la bellezza luminosa delle applicazioni di cristalli su abiti in tessuto dévoré o di abiti in filo di lurex. Una moda, insomma, quella di Andrea fatta di cose belle, femminili, mai sfrontate.
Molti avrebbero da imparare da lui. Molti dovrebbero, forse, fare lunghi bagni di umiltà e tornare sui banchi di scuola per imparare che la moda deve essere portabile. Questo, unito forse alle suggestioni del mese di settembre, mese in cui di solito si ritorna a sgobbare sui libri, ha ispirato Antonio Marras, la cui seconda linea – I’M Isola Marras – ha sfilato per la prima volta durante la settimana della moda donna. L’eclettico stilista sardo ha, infatti, invitato tutto il popolo della moda a seguire i corsi della sua University of Alghero, dove, sulle note di Pop Porno dei Genio, ai Chiostri di San Barnaba di Milano, si sono avvicendate ragazze con enormi vestiti a righe (nella classica variante mariniere o colorate), camicette minimali, gonne ampie e pantaloni larghi. Must del look i baschi neri e i sandali ciabatta ai piedi, indossati con i calzettoni.
Ieri è stata anche la volta di N.21 di Alessandro Dell’Acqua che da un paio di collezioni a questa parte sembra non sbagliare un colpo. Quando si spengono le luci e parte la musica, la prima cosa che si nota mentre le modelle incedono con passo sinuoso sono le scarpe. I piedi delle indossatrici sembrano impacchettati e stretti da maxi gale in tessuto, lucido e mat, o in pelle, talvolta impreziosite da luminosi cristalli. Colpiscono subito questi meraviglio sandali, è vero. Ma non perché gli abiti non colpiscano, anzi. Insolita la scelta di utilizzare il tartan, stampa solitamente relegata alla fall winter su tessuti pesanti come la lana, per la primavera estate e di abbinarlo al pizzo verde smeraldo.
Pinella PETRONIO