Non si sa cosa succeda. Davvero. Ma per strane congiunture metereologiche e astrali, durante la presentazione delle collezioni autunno inverno a Milano arriva un freddo, talmente tanto gelido che nemmeno la pelliccia di visone, il colbacco e il manicotto possono in qualche modo placare. “Ma la fall winter si svolge a January”, direte voi “è più che normale”.
Peccato che, fatalità, non si sa come ma qualche giorno prima dell’inizio delle sfilate (e del gelo) sembra quasi primavera. Forse, qualcuno si diverte a vedere legioni di fashionisti battere i denti senza ritegno, perché piuttosto che un paio di collant 100 denari, meglio la morte per ibernazione. Piuttosto che un cappotto di cachemire, che copre l’abito comprato ad hoc per l’occasione (o preso in prestito dall’ufficio stampa di qualche blasonato e generoso marchio), meglio l’ipotermia.
E così, tra gambe violacee, di fashion editor in gonnella morte di freddo e senza collant, buyer russi e cinesi (quest’anno – sui mercati – vanno di moda così), gelo artico e sfilate insolitamente iniziate puntualmente, è partita la Settimana della Moda Uomo Autunno Inverno 2013 2014. Apre il giro di valzer Corneliani, seguito a ruota da Jil Sander e da Ermenegildo Zegna con due sfilate, una per i buyer e una per la stampa italiana e estera.
Zegna è il solito Zegna, nel senso che vorresti che il tuo fidanzato indossasse tutto quello che si vede sfilare in passerella. Una collezione che riempie gli occhi e il cuore, una successione di maschi bellissimi che indossano capispalla dai volumi ampi e avvolgenti, da cui fuoriescono candide camicie con i polsini neri a contrasto oppure insoliti gilet imbottiti che ricordano quelli degli schermidori, pantaloni dal fit asciutto, abiti a doppio petto con revers a punta di lancia, e ancora cappotti di caldissimo visone rasato. I tessuti sono i veri protagonisti, da un lato rendono merito alla gloriosa tradizione biellese, e dall’altro le infondono un’anima moderna. La palette cromatica gioca con tutte le tonalità del grigio (dal cemento all’asfalto, dal granito all’acciaio), spezzate da lampi di verde bottiglia e di bianco purissimo.
Il grigio trionfa anche sulla passerella di Ennio Capasa che per il prossimo autunno inverno ha pensato ad un uomo grintoso e guerrigliero. I modelli di Costume National Homme sfilano come soldatini bardati di cappelli a tesa larghissima, che proiettano sul viso un’ombra che copre loro gli occhi. Tanto grigio sì, ma anche e soprattutto nero (raro qualche accenno di blu) per quest’uomo che ama le linee forte e decise: capispalla sartoriali dalle spalle strutturatissime, stivaletti lasciati scoperti da pantaloni slim o morbidi, in pelle o in panno. I tessuti sono ricercati e accoppiati tra di loro: panno e jersey, canvas e lamè, velluto millerighe lucido, effetto pelliccia e panno, infine mohair e lana.
Raccontarvi della sfilata di Frankie Morello diventa impresa piuttosto ardua, considerando il fatto che quest’anno la maison ha scelto di cambiare la storica location in cui sfilava e di stipare gli invitati all’interno di una sala troppo piccola. Il risultato è stato che chi era in standing ha fatto davvero fatica a vedere gli abiti indossati dai modelli che scendevano giù dalle scale a coppia. Tra teste e mani alzate di chi riprendeva con l’iPad, tra le macchine dei fotografi e gli iPhone che scattavano foto all’impazzata, c’è parso di vedere una collezione fortemente ispirata all’architettura (prima grande passione di Pierfrancesco Gigliotti, metà del duo creativo del brand insieme a Maurizio Modica). Il design diventa abbigliamento: si indossano creazioni che ricordano le case newyorkesi di mattoni rossi del West Village, realizzate in tessuti che rievocano le tappezzerie degli interni o i marmi dei pavimenti fiorentini. Ospiti d’onore (apprendiamo dal comunicato stampa) il designer Fabio Novembre e gli stessi designer del brand che hanno sfilato in coppia, vestiti come due gemelli con abiti a stampa geometrica.
All’uomo di Burberry, invece, piacciono gli ossimori: è un po’ romantico, con i cuori traforati sui maglioni o sul trench, e un po’ aggressive, con le stampe maculate e zebrate all over sui capispalla o mixati al check negli ampi borsoni da viaggio. È un po’ classico, con i cappotti a vestaglia, i montgomery e i parka, e un po’ avanguardista con i trench in tessuti tecnici e nylon. La palette cromatica è fatta di colori vibranti come il rosso fuoco, il porpora, il verde scuro, il blu acquamarina, il verde oliva, che affiancano il nero, l’osso, il bianco e il gesso. Il british man di Cristopher Bailey è pluriaccessoriato e ama indossare occhiali da sole squadrati con stampe animalier, scarpe borchiate e a punta, stivaletti animal print, sciarpe in cashmere stampa check e maxi bag.
Tutto molto bello, ma per noi i veri protagonisti della giornata, non ce ne vogliano le maison di moda, sono stati i fotografi che alla sfilata di Frankie Morello urlavano ai modelli: “Una cosa dovete fare: camminare al centrooooo!!”.
Pinella PETRONIO
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