Nell’Italia in cui nulla sembra cambiare, vista dall’estero, e ancor peggio spesso vissuta dagli stessi cittadini, come un paese per vecchi, c’è un piccolo miracolo che si chiama moda. Così se giovani in Parlamento arrivano reclutati su internet, c’è un sistema ancora meritocratico in cui gavetta e talento vengono premiati. Questa è la grande lezione del primo giorno di sfilate milanesi dedicate alle collezioni uomo primavera estate 2014.
Grande energia infatti arriva dai due Andrea che hanno sfilato ieri per la prima volta nel calendario ufficiale della manifestazione. Prima è stata la volta di Pompilio al Teatro Armani: un guardaroba ricco di contaminazioni, che gioca con le stampe rubate in giro per il mondo e ispirate alla tappezzeria, dalla vestibilità comoda per un uomo dal mood decisamente rilassato, pantalone corto sopra la caviglia indossato con scarpe bicolore, camicia appena sbottonata e occhiali dalle lenti celesti ne fanno di quest’uomo una simpatica canaglia.
Nel pomeriggio è stata la volta di Andrea Incontri che ha portato sulla passerella un uomo appassionato di viaggi e sport, con lo zaino a cono in spalla, le righe rubate al mondo della barca a vela e i costumi da divi degli anni ’60. Analogamente a quanto fatto con la collezione femminile, Incontri ribadisce lo spirito di un uomo virile, poco vanesio, ma che apprezza i dettagli, così la tracolla del portadocumenti da lavoro diventa un laccio, lo stesso che maneggia sulla barca, forse per le sue fughe quotidiane dall’ordinarietà. Ai piedi robuste calzature dalla suola di gomma, lo sporty chic è servito.
Da sottolineare la circostanza piuttosto curiosa che la prima giornata di sfilate sia iniziata e poi conclusa con due atmosfere del tutto opposte. Meditativa l’atmosfera alla Rotonda della Besana in cui ha sfilato il viaggiatore di Corneliani, passato a saccheggiare bazar in oriente per le sue giacche, predilige colori neutri e luminosi o un intenso e rasserenante blu, si cinge di foulard e lascia il piede comodo, indossando dei sandali o lisce slippers. Passando per il cowboy metropolitano di Costume National Homme, che ama il nero, i gessati tridimensionali e frange per le camicie e le scarpe, si è giunti alla sera.
Glamour ed opulenza sono stati protagonisti da Versace che spreme il colore da un tubetto e ne lascia traccia sulle t-shirt bianche, o lo mescole in stampe da far invidia alla grande arte contemporanea per le camicie di seta. L’uomo pensato dalla signora più bionda della moda è sempre sexy, anche quando è in abito da lavoro, impettito in giacca e cravatta sopra, indossa dei corti boxer sotto.
E se la giornata era cominciata con la fuga meditativa in oriente, è finita nel casinò di Philipp Plein la cui sfilata è stata aperta dalla modella Isabeli Fontana nei panni di dea della fortuna. Poca moda e tanto show: la collezione è tutto un lavoro di styling basato su pochi pezzi tipici del guardaroba del giovane medio, dai jeans strappati e slavati, ai capi con le borchie a forma di stella. Alla fine una pioggia di dollari, certi che i buyer russi avranno apprezzato.
Andrea VIGNERI
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