I modelli ci sono, i vestiti pure. Anche le luci e le passerelle sono quelle di sempre. Eppure a questo giro di Moda Uomo manca qualcosa. Ci si guarda intorno, aspettando che la sfilata di turno inizi, e sembra che non sia tutto al suo posto… Il circo Togni, ecco cosa manca! Al contrario delle passate edizioni, questa volta non c’è il solito show off di outfit tanto assurdi da fare invidia ai clown di Moira Orfei. Nessun uomo vestito da prete (alla Moda Donna diSeptemberfuori da Gucci si era palesato un tizio con ostensorio in mano e abiti ecclesiastici), pochissimi uomini (non inorridite, vi preghiamo) con i tacchi alti, nessun copricapo a forma di ananas. Perfino Anna Dello Russo ha sfoggiato mise sobrie: tailleur androgini da perfetta garconne che le stavano a pennello e che le starebbero ancora meglio se prendesse qualche kg.
Forse, perché le ombre grigie della crisi hanno oscurato le luci colorate e glitterate della moda. Forse, perché, di questi tempi, c’è poco da stare allegri, o, ancora più verosimilmente, perché soldi ne girano meno e di conseguenza a questa fashion week c’è davvero meno gente, meno scintillio e meno eccentrici (questo potrebbe anche non essere un male) in giro.
Ad ogni modo, la seconda giornata di Moda Uomo autunno inverno inizia prestissimo con la sfilata di Bottega Veneta, che accoglie giornalisti e buyer, inumiditi da una fastidiosa pioggerellina, con una ricca colazione fatta di deliziose brioche (le più buone di tutta la fashion week), cappuccino e caffè espresso. La collezione, ça va sans dire, è meravigliosa ed è lo specchio dei tempi che stiamo vivendo. Come ci tiene a sottolineare il designer della maison, Tomas Maier: “È un momento serio, in cui il lavoro è sentito come una chiara priorità. Abbiamo voluto esplorare l’iconico abito maschile, la formalità e la competenza rappresentate dalla sartoria di qualità. La sfida naturalmente è di assecondare la complessità e la velocità del mondo di oggi, e l’individualità dei nostri clienti. Così il look è sobrio e calibrato, ma al tempo stesso ci sono molti altri elementi. Nessuna confusione, nessun espediente, ma una ricchezza che rispecchia il mondo in cui lavoriamo”. L’uomo di Bottega Veneta, quindi, ama indossare impeccabili completi taylor made monocromatici, giacche avvitate dai revers che sembrano appena disegnati, dalle linee pulite e rigorose, così come i pantaloni che aderiscono alla coscia. La palette cromatica prende vita dalle sfumature del prugna, del blue, del grigio, del verde e del bronzo, accanto all’immancabile nero. I temi della sartoria classica maschile compaiono rivisitati in stampe o sovrastampe jacquard ton sur ton sul tessuto.
Da Trussardi è autunno e cadono le foglie. E a giudicare dalla quantità di foglie gialle a profusione sul pavimento, ne sono cadute molte. Entrando nella location allestita per lo show l’odore umido e pungente delle giornate di fine ottobre, quando l’inverno non è ancora arrivato, ma il freddo comincia a farsi pungente: è l’odore dell’autunno dai colori caldi e avvolgenti, come quelli che tingono i capi della collezione: verde, bordeaux, senape, ocra, grigio e anche rosso. Gli uomini di Trussardi passeggiano nel bosco avvolti in cappe spioventi, robusti cappotti, capispalla voluminosi con intarsi di pelliccia e giacconi sportivi in materiali tecnici. Gli abiti, in velluto a riga larga, sono affusolati e vengono portati con maglioni tricot e ampi scaldacollo.
Si ispira, invece, alle avanguardie artistiche del primo novecento, in particolare pare esplicito il riferimento a Mondrian, Paolo Gerani di Iceberg. Geometrie cromatiche realizzate tramite l’accostamento di blocchi di colori primari (rosso, giallo e blu) sono il fil rouge dell’intera collezione. Silhouette allungata, pantaloni asciutti e affusolati, corti alla caviglia e portati con morbide maglie, parka e cappotti dai revers appena accennati, abbinati a stivaletti in vernice lucida e foulard portati come facevano i cowboy nel Far West.
La city e il suo suggestivo e frenetico paesaggio hanno ispirato Massimiliano Giornetti di Salvatore Ferragamo, che ha trasformato la location di Piazza Affari in una metropoli. Il rumore cadenzato della pioggia che bagna l’asfalto e sullo sfondo le luci e i rumori della città. Questo è lo scenario in cui si muove l’uomo dinamico di Ferragamo che ama indossare capispalla robusti, dai volumi ampi e ben strutturati per proteggersi dal freddo. Accanto a cappotti over, le cui spalle importanti ricordano l’Armani dei primi tempi, e blouson 3D in nappa double face, compaiono cappe e giubbotti da motociclista. Il contrasto tra i volumi si fa evidente nell’accostamento dei capispalla voluminosi, i pantaloni asciutti e le giacche avvitate. I colori sono scuri come la notte metropolitana, nero, le tante sfumature del grigio, del verde e del blu, illuminata da lampi di rosso, azzurro e ghiaccio.
Da Vivienne Westwood è in scena l’ennesima trasgressione: la designer inglese utilizza l’eco della sfilata per lanciare un forte messaggio sociale. E così la passerella diventa il vecchio manifesto propagandistico per denunciare le problematiche ambientali. “La Climate Revolution”, si legge sul comunicato stampa, “è l’unica via per un’economia solida”. Per questo in passerella sfilano modelli con la mascherina sulla bocca oppure con maxi felpe su cui è stampato a lettere cubitali giallo fluo lo slogan “Climate”. Ma l’importanza del messaggio non fa passare sottogamba la collezione: cardigan e giacche che si allungano oltremisura sui lati, completi damascati, abiti animalier e spezzati con giacca a quadri e pantaloni a righe. Irriverente come l’animo della regina della moda inglese.
Moncler Gamme Bleu ci porta, e non potrebbe essere altrimenti, in montagna. Modelli nerboruti (bisogna essere in forma per reggere a temperature tanto basse) indossano kilt su pantaloni trapuntati o di lana, abbinati a giacche nella stessa tonalità o nella stessa stampa. I più coraggiosi, ovviamente, non hanno paura di aggirarsi per la location che ricorda un’innevata pista da sci, con il gonnellone scozzese, ma a gambe nude, oppure gilet smanicati. Per i più freddolosi, invece, il brand ha pensato a cappotti over in panno, giacche di lana tricot e passamontagna che lasciano scoperti solo gli occhi. E in giorni di freddo come questo ne avremmo bisogno tutti. Non è che per la prossima fashion week di January si potrebbe chiedere alla maison di distribuirli insieme alla cartella stampa?
Pinella PETRONIO
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