di Paola PERFETTI
Parlare di HotHouse al Mipap e di numeri da fiera potrebbe far venire in mente idee quanto meno equivoche, eppure non c’è niente di scandaloso, anzi! Fino a pochi giorni fa Fieramilanocity è stata protagonista di un’interessante occasione di scouting per gli emergenti e i creativi del fashion business, HotHouse in MiPap (acronimo di MI Milano Prêt-à-Porter), la fiera della moda italiana e dei designer emergenti.
Torniamo a parlare di Settimana della Moda, Milano Moda Donna 2012, per affrontare il tema della creatività internazionale e delle subculture giovanili che, nel Bel Paese dell’Arte e nella città dell’Ago e del Filo, si traducono in nuove opportunità di impresa e di un mercatone della produzione con un consumo quanto mai febbrile (in barba alle crisi).
Cos’è stato HotHouse in MiPap. Auto-denominatasi “la casa dei talenti” – ha infatti aperto le porte alla creatività internazionale ospitando il meglio della new generation della moda worldwide: per l’Italia si sono distinti gli italiani del brand 830 Sign (collezione avantguard), la giovanissima milanese Cristina Miraldi (al debutto nel Fashion Incubator di Camera Nazionale della Moda e già annoverata tra i 160 designer emergenti da Vogue), Giulia Gobbi, toscana classe 85’ appartenente alla terza generazione dello storico calzaturificio Gobbi; a livello estero facciamo i nomi dei russi Succub e Arsenicum, del belga Marc Philippe Coudreyre; dello spagnolo Miguel Donate e i luxury accessori di Zoe Lee.
Nomi tutti giovani, per lo più sconosciuti, qualcuno alla sua prima grande occasione per quanto già sottoposta all’occhio attento dagli addetti ai lavori. Altri così abili da vantare qualche riconoscimento di tutto rispetto.
“Il dualismo fra sperimentazione e classicismo, caratteristica di questa edizione, si apre a un crocevia che porta o verso uno spirito iconoclasta e rivoluzionario, o nella direzione di uno stile poggiato sulla tradizione ma innovato in materiali e strutture”, spiegano gli organizzatori: frivolezze da stampa patinata, oppure effettivo passepartout per un rilancio dell’economia e delle pmi dell’artigianato italiano?
Lo abbiamo chiesto a Andrea Battila, direttore artistico di Mi Milano Prêt-à-Porter, dal 2006 al 2011 direttore IED Moda Milano, consigliere delegato della Piattaforma Sistema Formativo Moda, art director di Mi Milano Prét-à-Porter, con importanti collaborazioni alle spalle come quello con Franca Sozzani nel progetto Vogue Talents, e che dal 2000 si occupa di formazione e di consulenze aziendali in area moda.
Stilisti emergenti “relegati” in Fiera: voglia di distinguersi o vi sentite “ghettizzati” dall’Area C haute couture?
MIPAP è l’unica manifestazione in Italia che permette ai giovani emergenti di proporsi al mercato con un progetto che li vede protagonisti in una special area dedicata alle loro collezioni. Un investimento importante per Mipap che fin dalla sua prima edizione sostiene e supporta i talenti emergenti.
Cosa significa coordinare questa manifestazione?
Coordinare questa manifestazione significa avere libertà totale di azione e di creatività avendo, però, alle spalle una realtà solida e competente come Fiera Milano.
Quali sono i primi risultati: aspettative rispettate o sperava in numeri diversi?
Per quanto riguarda i risultati a oggi, sorprendentemente, i numeri sono in crescita rispetto alla passata edizione.
Ha senso fare scouting sui giovani talenti, in questo periodo di crisi?
È proprio nei momenti di crisi che si richiede innovazione e, di conseguenza, una Mayre attività di scouting.
Che contributo possono dare alla crescita del paese le imprese dei giovani talenti?
Il sistema industriale italiano si basa sulle PMI che per forza di cose devono avere la capacità continua di innovarsi per competere; di conseguenza i giovani talenti sono il naturale alimento per queste aziende.
Come vede questo 2012 per il sistema-moda italiano?
Già si è detto che sarà un periodo di recessione. E’ necessario che i periodi di crisi si trasformino in periodi di stimoli.
Che cosa si sente di consigliare a chi vuole intraprendere una carriera nel campo della moda?
Di studiare in maniera seria in una scuola di moda.
Alla quarta edizione di MiPap, hanno partecipato l’Italiano Nicholas Julitta, con il progetto 100% Organic; la russa Katerina Evmenyeva con la linea Succub, nome che, in biologia, indica elementi che in natura ne emulano altri, opposti; D.Efect, brand lituano di capispalla che virano dal grunge al glamour; Nono Leni, marchi del giovane Andrea Paolo Colombo, imposta la propria suggestione sulla densità del colore e del decoro; Jonhnn & Lennox, marchio Made in Italy nato dal connubio tra fashion e sound; la milanese Cristina Miraldi, classe ‘83, cresciuta nel ricamificio di famiglia, il cipriota Natargeorgiou, ispirato dai mosaici di vetro che decorano le cattedrali.
E ancora, cultura e folklore nei kilt e parei di Marc Philippe Coudeyre; Licia Florio; Il greco Morgan Kirch ; Meme T’aime, brand parigino di couture; l’iberico Miguel Donate – che si cimenta in una sua linea dopo aver dato il proprio valore nel merchandising di griffes come Alberta Ferretti, Gucci, Alexander Mc Queen – ; la promessa della moda russa, Dmitry Loginov, anima della linea Arsenicum (nominato ben due volte da GQ “designer of the year” e ora in scena a MI Milano prêt-à-porter); il già citato 830 Sign.
Infine, a proposito di luxury accessori: Cor Sine Labe Doli, giovane brand che esordì con una serie di papillon in ceramica da portare su camicie dai pattern variegati, riscuotendo grande successo di pubblico e di stampa; il nippo/canadese Zoe Lee, pupilla di Manolo Blanhik presso la Saint Martin’s di Londra e poi attiva presso Vivienne Westwood; Benedetta Bruzziches, nominata “best new talent” da Camera Moda e Alta Roma, già assistente di Romeo Gigli per gli accessori nella linea Io Ipse Idem, punto di riferimento per lo stile in India e titolare del premio “Best Bag Collection” presso la fiera Aplf di Hong Kong; nei gioielli Maiden Art ( perle di vetro, pietre naturali, Swarovsky) per finire con il collettivo The Wandering Collective, ovvero quattro designer provenienti da varie parti d’Europa – una bottega fiorentina per la bigiotteria di Valentina Brugnatelli, un’azienda milanese di pelle per le borse di Luli’s Opera, nome dietro il quale si celano Gianluca Soldi ed Elisa Fumagalli, atelier noti per gli abiti di David Wyatt, con pellicce e ricami provenienti da Italia, Francia, Spagna.
Saperne di più? Qui il link al sito: appuntamento al prossimo anno!