Mentre Paolo Sorrentino era ad Hollywood, dove ha ritirato in un elegante tuxedo Giorgio Armani il Golden Globe per La Grande Bellezza, in prima fila alla sfilata dello stilista c’erano altri illustri esponenti della nuova generazione di cineasti tricolore: Ferzan Ozpetek, Ivan Cotroneo e Paolo Guadagnino. Tutti con gli occhi fissi sulla passerella: i modelli scorrono via veloci come i frame di un film, il cui titolo potrebbe essere “La rivincita della giacca”.
Nell’immaginario dell’uomo collettivo resta il capo principe del guardaroba. Bistrattata da creativi di nuova generazione, dimenticata da molti (troppi?) giovani, è invece la “magnifica ossessione” (per restare in tema) di Giorgio Armani. Proseguendo un percorso di stile iniziato con la primavera estate 2014, in cui l’uomo è sportivo nella mente, nel fisico e negli abiti, lo stilista propone in passerella una giacca che perde i connotati che la caratterizzano, la destrutturazione è portata fino all’estremo. La giacca con il taglio raglan è più simile ad un cardigan che si modella sul corpo, elegante e comoda. Sotto di rigore il panciotto con otto bottoni, il grande ritorno di un classico per uomo ispirato agli eleganti proprietari terrieri italiani di inizio ’900, che giustifica l’effetto flanellato dei capi e la palette di colori: sabbia e testa di moro, mentre burgundi, verdi giada e mauve sono ispirati all’India, confermando la tensione al misticismo che sempre caratterizza il mondo Armani.
L’uomo di Ermanno Scervino ha una passione per gli scacchi, maxi quadri bianchi e neri compongono il total look (cravatta compresa) delle prime uscite in passerella. Secondo lo stilista il suo uomo “non segue la moda, la studia”, il che, per una casa di moda di grande tradizione, significa avere massima attenzione alla qualità e alla fattura. L’importanza della sartorialità la si coglie nella costruzione delle giacche impeccabili di questo seduttore italiano, nei cappotti, nei pantaloni slim che esaltano la silhouette. La collezione emana un senso di calore, reale ed emozionale, avvolto da parka o da mantelle da sera, l’uomo Scervino è sicuro e rassicurante, tra lana cotta, maglia stoffa infletrita, panno di lana accoppiato al pile e dettagli immancabili di pelliccia. Una boccata di eleganza vera.
Formula che vince non si cambia. Così Frankie Morello, proprio come per la collezione estiva, per l’autunno inverno 2014 2015 “ruba” alla pittura del passato e reinterpreta scorci romantici di paesaggi bucolici sostituendo i suoi naturali protagonisti, cioè i pastori, con degli astronauti. Effetto straniante e divertente, per il marchio infatti la moda è sempre l’occasione per giocare, stavolta ad un’Odissea nello spazio. Ma nella vita quotidiana l’astronauta immaginato dal duo è un rapper. E si rispolvera l’efficacia dei simboli: il Pegaso, le tre “M” e il numero 22 restano impressi se in cristalli Swarovski.
Andrea VIGNERI