“Arte e pratica che si servono di fenomeni paranormali e occulti per agire sugli individui e sulla natura in genere”, così il dizionario della lingua italiana definisce la magia. In effetti nella moda italiana, dalla creazione dei filati fino alla confezione artigianale, operazioni che sono la quotidianità e lo zoccolo duro dell’economia del paese, c’è una sorta di magia e in fondo la moda non fa altro che influire sulle parti più intime dell’individuo.
Forse è per questa ragione che Etro ha scelto di intitolare la collezione autunno inverno 2014 2015 “Sartoria magica” e sulla passerella, a raccogliere gli applausi piuttosto entusiasti, c’erano questi artigiani che praticano un’arte che è anche una risorsa imprescindibile del nostro paese (e lo ricordano perfino le canzoni salentine che accompagnano lo show). Un uomo impeccabile che indossa l’abito a tre pezzi, dalla silhouette estremamente slancitata grazie al taglio super slim dei pantaloni (a vita alta) e delle giacche avvitate; un dandy vero che non rinuncia alla valigia rigida o alla borsa da viaggio in check coordinato al look e rispolvera il fermacravatte (sottili). Pregiatissimi i materiali, le raffinate e morbide lane vergini in crema, giallo, arancione e marrone.
Una lezione che dovrebbero cogliere alcuni dei designer italiani di nuova generazione. Nelle ultime stagioni assistiamo infatti al venire alla ribalta di neo-nati marchi di giovani designer che con un prodotto fresco e in controtendenza (o forse non più), spesso fondato sul richiamo di irresistibili stampe, si sono fatti notare da stampa e buyer internazionali. Eppure sotto le loro scelte è impossibile non notare la più che lecita furbizia di riproporre in chiave pop quanto esiste sulle grandi passerelle. Se unissero questo loro fiuto ad una Mayre attenzione alla qualità il gioco sarebbe perfetto. Orfani degli stilisti sarti, perché la professione si è evoluta, non possiamo comunque rinunciare all’attenzione verso ciò che, soprattuto nella moda maschile, costituisce uno dei nostri punti di forza. E gli esempi di designer capaci di coniugare le diverse anime della moda, perfino alla direzione crativa di marchi da miliardi di euro, non mancano.
A Milano Moda Uomo si è confermata però anche una certa tendenza a rubare al mondo dello sport, del resto sarà uno sportivo vero l’uomo dell’estate 2014, e il trend non passa di moda. Sinonimo di sport sul dizionario della moda prêt-à–porter è Dirk Bikkembergs Couture: alla vigilia delle Olimpiadi invernali di Sochi, lo stilista celebra gli sport da montagna, a cui anche la palette dei colori “freddi” di ispira: grigio, bianco, blu porcellana, verde militare e qualche accenno di giallo elettrico. Ma l’uomo Bikkembergs è tutt’altro che una creatura glaciale, anzi celebra la sua fisicità e con il suo look non racconta altro che la sua personalità più profonda, il suo dinamismo che è un’attitudine di vita vera e propria. E non rinuncia al glamour: cappotti di pelliccia o dettagli di pelliccia perfino nella maglieria, molta pelle termosaldata, e l’immancabile jersey.
Andrea VIGNERI