Chiostri fioriti, piscine scintillanti, giardini verdi smeraldo ed un’esplosione di colore. Non siamo in qualche locus amenus di una regione remota della nostra Bella Italia, lontani dal tempo e dallo spazio, bensì in pieno Fuorisalone, o almeno nel ricordo del centro pulsante di una Milano fatta di design e modernità.
Pausa. Relax. Silenzi scanditi dalle note di Einaudi, o di qualche altro compositore famoso le cui armonie fanno da sottofondo ad un’infilata di quadri in cui il visitatore entra e vive, direttamente, il contatto con la creatività. Movimenti Lenti, attimi “umani”.
E’ questo il ricordo più bello e forse più lontano dall’immagine caotica-stereotipata degli eventi super-glamorous del Salone del Mobile conclusosi la scorsa domenica sotto il cielo della Madonnina. Movimenti lenti cui ci accoglie con intelligenza e senso del ritmo Paola Lenti.
Non una designer, non un architetto: Paola Lenti è un’amante della ricerca e del bien vivre che anche quest’anno ha scelto di partecipare all’evento per eccellenza della progettazione meneghina traghettando il sapore di nuovo, all’interno di spazi dimenticati dai più, i Chiostri dell’Umanitaria di via San Barnaba.
Li ha avvolti in un’atmosfera “altra”, ha coccolato il curioso portandolo in un generico altrove.
Quello che vi raccontiamo è un altrove fatto di tappeti, la sua prima “avventura” come progettista, quindi pouf, sedute, tavolini, lampade, piscine, pareti divisorie verdi, complementi di arredo per l’indoor e l’outdoor. Anche l’archistar Patricia Urquiola ha voluto metterci la sua firma.
Noi, degustando un Morellino di Scansano di Morisfarms, uno dei numerosi partner dell’evento, ci muoviamo da un chiostro all’altro. Il primo è un guizzo d’estate con le Piscine Laghetto, specchi d’acqua fuoriterra rettangolari dal sistema di tensostruttura che lascia stupefatti, con l’ambiente pulito, e sanno creare un percorso blu che si staglia perfettamente contro l’azzurro della bella giornata, il verde dei rampicanti, il blu di sdraio e pouf.
Si godono le note, si varca un altro chiostro, ed eccoci immersi in un trionfo di rosso, verde…
Le chaise longue sono abbracci di un momento pre-estivo da cui si viene pressoché assorbiti in una nuvola abbacinante. L’anima è morbida, l’esterno è la concretizzazione di anni di ricerca sui complementi outdoor di Paola Lenti: il rivestimento, infatti, è una corda tecnologica e responsabile. Si chiama Rope, assomiglia alle cime dei natanti di una volta (come quella degli Scoobydoo che andavano di moda tanti anni fa), ma in realtà è un filato di tessuti, corde e trecce brevettato dalla Lenti e che mescola decine di percorsi cromatici, abbinamenti e contrasti insieme. Insomma, sembrano tutte rosse, ma dentro c’è un filo di viola, di verde, di blu… è la teoria dei colori messa in pratica che serve per evitare che, a contatto con sole e acqua in esterno, il colore perda di intensità.
Il concetto di questa avventura è, a tutti gli effetti, una IN THE KEY OF COLOUR: attorno ai viola, verdi, crema, rosso si muovono materiali, tessuti, colori. Si snodano i percorsi nel Giardino dei Platani con la pavimentazione in decking, i rivestimenti accessori e la pavimentazione in legno di Menotti Specchia, azienda veronese che dal lontano 1926 ad oggi ha fatto della cultura del legno, della sua tradizione ed innovazione (sempre sostenibile, certo) il proprio marchio di fabbrica. Si alternano le tende da rullo e le tensostrutture, anche quelle di Mucore, azienda leader nell’ideazione e progettazione in questo campo. Giocano a nascondino, si celano e rivelano le Green connections di Verde Profilo con le sue Green Field Evolution e Greenery, quinte scenografiche di verde verticale autoportanti (le sostiene una struttura in acciaio colorato), moduli verdi indoor e outdoor dotati di un sistema di irrigazione a scomparsa che realizzano originali pareti verdi. Moduli che sono autentici giardini verticali.
E quando arriva l’ora dell’aperitivo, anche l’imbrunire si fa magia: in questo giardino e quell’altro, Paola Lenti ha disposto una serie di lampade straordinarie che sembrano funghi magici o cestini di vimini, ma in Rope, da Mille e Una Notte. Si accendono, si mostrano, sono di Davide Groppi che le inventa e costruisce da 25 anni a questa parte.
Luce e colori, percorsi e movimenti, che si fanno sempre più lenti ma responsabili nei Chiostri dell’Umanitaria. Traghettati in un momento magico e lontano, capiamo perché, per il terzo anno consecutivo, la nostra ospite abbia scelto l’ex complesso di S. Maria della Pace (1466), alle spalle del più noto Tribunale, come cuore della sua partecipazione al Fuorisalone.
Dopo aver consolidato e ridipinto le volte delle arcate di uno dei chiostri interni (Fuorisalone 2011), dopo aver restituito la luce alle arcate superiori della struttura (Fuorisalone 2012), Paola Lenti ed i suoi partner consolidati (quelli descritti sopra) hanno decido di riservare parte degli investimenti previsti per l’organizzazione dell’evento ad un lavoro di rinnovamento, restauro dell’Umanitaria.
Insomma, chissà che l’anno prossimo i 3000 metri quadri del Giardino dei Platani non ci accolga con il suo profumo di siepi, fiori, alberi da frutto e agrumi. Chissà come ci saluterà la facciata d’ingresso di via Davero con il suo sistema di illuminazione, pavimentazione, rivestimenti accessori, camminamenti in pietra e gli specchi d’acqua.
Un giardino fiorito nel cuore di Milano: perché Milano torni a respirare e vivere anche quando i riflettori del Fuorisalone vengono spenti.
Paola PERFETTI
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