“Come diceva mio padre la macchina migliore è quella che faremo”. Non poteva trovare commento più incoraggiante Piero Ferrari, figlio del mitico fondatore Enzo e vice presidente dell’azienda del Cavallino Rampante per il taglio del nastro del primo Museo Ferrari a Shanghai, un esempio inedito extra-Belpaese.
Non che gli appassionati della Rossa fiammante non saranno più i benvenuti a Maranello o a Modena per assaggiare sapori e profumi della terra che diede in natali al mitico Enzo!
A conti fatti – e che conti! – Ferrari non poteva non prendere in considerazione il mercato mandarino ed aprire un Padiglione italiano tutto bolidi e fuori serie.
Nasce così un nuovo capitolo della storia di Ferrari, a Shanghai.
Ma prima, facciamo un passo indietro. Di vent’anni.
Era il 1992 quando la prima Ferrari venne acquistata da un appassionato mandarino.
Da allora quella passione è diventata il motore di un business che, solo nella terra della Grande Muraglia, vanta uno straordinario network di Saloni, presenti dal 2004; clienti, arrivati a 2000 e raddoppiati solo nell’ultimo anno; un export globale così importante da aver fatto di questo sterminato Paese uno dei mercati più floridi nonché il secondo delle Country di riferimento per il Cavallino Rampante che qui vanta 15 dealer, pronti a salire a 20 entro la fine di quest’anno, ed un +65% in termini di fatturato (solo tra gli ultimi risultati ottenuti).
Insomma, non c’era bisogno di altri segnali per fare in modo che la casa di Maranello scendesse in pista, in Cina proprio al primo piano di quello che, durante l’Esposizione Universale di Shanghai, fu il Padiglione Italiano.
Detto tra noi e con grande soddisfazione: parliamo di uno dei padiglioni più visitati e apprezzati dell’Expo 2010, ora di proprietà cinese, 900 metri quadrati di motori e pezzi unici, tutti organizzati in cinque aree tematiche: ”Ferrari in Cina”, ”Green Technology”, ”Prodotto”, ”Design” e ”Corse”.
Il pezzo forte? Più di uno: dalla edizione speciale della Ferrari 458 Italia, prodotta in 20 esemplari esclusivamente dedicati al mercato cinese, fino ai modelli attuali passando per le vetture storiche e andando alle immagini video con tanto di installazioni create appositamente per questa occasione.
Insomma, ecco la storia Ferrari snocciolata davanti ai suoi appassionati mandarini e con un occhio innegabilmente orientato all’eccellenza del made in Italy.
Cina-Italia-Ferrari sono un trio così importante che Piero Ferrari, figlio del mitico fondatore Enzo e vice presidente dell’azienda, non ha rinunciato ad essere presente per il taglio del nastro, il giorno della inaugurazione.
E non sono mancate le parole che hanno sottolineato i valori e la storicità dell’azienda: ”In questo museo raccontiamo parte della nostra storia. Mettiamo in mostra i valori che accompagnano le nostre vetture che, come ci riconoscono i nostri clienti, non sono solo un insieme di alta tecnologia, prestazioni e stile, ma recano valori unici, una tradizione e una storia che possiamo vantare solo noi”. E ancora: ”Come Ferrari abbiamo l’orgoglio di rappresentare il made in Italy e mi auguro che questa mostra sia un modo per far conoscere l’eccellenza italiana e rafforzare il legame tra la Cina e il nostro Paese”.
Ma questo non è che il primo passo di un viaggio in Cina molto intrigante vissuto a metà tra storia, tradizione e futuro, come ha ricordato Edwin Fenech, President & CEO di Ferrari Asia Pacific – Ferrari Greater China: “Cerchiamo di essere sempre più vicini alla Cina e ai nostri clienti” – ha detto.
E non a caso visto che, solo qui, Ferrari ha intrapreso numerose iniziative, l’introduzione del Corso Pilota Ferrari, la creazione di un Owner’s Club e l’organizzazione del campionato Ferrari Challenge Asia-Pacific, e attività a carattere sociale come aste a scopo benefico in collaborazione con fondazioni locali (Jet Li’s One Foundation, Shanghay Charity Foundation) e programmi di sostegno per gli studenti della Tsinghua University”.
Insomma, tutto molto utile per seguire le vie di Ferrari che, mai come in Cina, sembrano infinite.
Paola PERFETTI